“Franchi tiratori? Non sono del M5s, anche perché ieri, se fossero stati dei nostri, in Commissione la votazione sarebbe saltata subito. Renzi ci accusa, ma ha capito ieri sin dall’inizio delle votazioni che lui ha diversi franchi tiratori, come la pattuglia capeggiata da Orlando. E per questo sta scaricando su di noi per coprire le mancanze del Pd“.
Così a Omnibus (La7) il deputato M5s Luigi Di Maio respinge con forza le accuse della presenza di franchi tiratori nelle file pentastellate. “Io dico solo una cosa” – continua – “qui c’è la volontà di 4 forze politiche di fare una legge elettorale e poi andare a votare il prima possibile.
E allora dico a Matteo Renzi: riesci a tenere i tuoi in Aula per votare questa legge elettorale? Gli chiedo questo. E non utilizzi scuse su di noi, perché noi fin dall’inizio abbiamo detto quali emendamenti avremmo votato e quali no”. E spiega: “Noi siamo contro il voto segreto, non abbiamo mai chiesto un voto segreto e non lo chiederemo. E soprattutto abbiamo chiesto che ci fosse chiarezza da parte di tutte le forze politiche che partecipano all’approvazione di questa legge elettorale. Noi vogliamo approvare questa legge elettorale. A tal punto che se anche ci dovessero essere modifiche dal testo iniziale su cui in commissione avevamo lavorato, i nostri iscritti saranno chiamati a decidere se questa legge elettorale si possa approvare e poi se decideranno per il sì l’andremo ad approvare in Aula”.
Il patto a quattro per la Nuova Legge Elettorale si rompe all'improvviso, almeno apparentemente, perchè poi se si scende nei particolari non si può non notare quante dichiarazioni l'hanno in questi ultimi giorni, minato alle fondamenta. Dichiarazioni che vengono da quelle personalità che, purtroppo, sono ancora oggi le interfacce di riferimento dei Potentati Economici nazionali ed Internazionali e della potente Nomenklatura, non eletta, Europea.
Hanno tuonato in questi giorni da Prodi a Veltroni passando per Napolitano che ha affermato: “È semplicemente paradossale discutere se possa sprigionare incertezza politica attorno all’Italia, di più l’andare a elezioni anticipate in autunno o all’inizio del prossimo anno. In tutti i paesi democratici europei si vota alla scadenza naturale delle legislature”. Ha poi aggiunto sulla nuova Legge Elettorale: “Vedremo il risultato di questa impresa di quattro partiti, anzi di quattro leader di partito, che agiscono sulla base della propria convenienza”.
Sullo sfondo intanto si faceva largo il tentativo di far nascere il Macron della Politica Italiana, individuato nell'ex sindaco di Milano Pisapia, che come scrive Cremaschi: " Appena eletto ( a Milano ) Pisapia ha subito chiarito ai poteri forti della città che non avevano nulla da temere, e insieme a Maroni e Renzi ha gestito tutte le cose importanti, dall’EXPO, alla gentrificazione delle aree urbane più redditizie, alla marginalizzazione ulteriore delle periferie e dei poveri. La sua è stata la Milano più simile a quella “da bere” degli anni 80 craxiani, ma naturalmente tutto questo andare incontro agli affari e alle multinazionali veniva coperto dal diluvio dei propositi politicamente corretti".
Del passo falso sulla Legge Elettorale, chi potrebbe pagare le maggiori conseguenze è Renzi, a meno che non esegua una virata tattica per riallinearsi alle indicazioni degli interlocutori privilegiati del Potere. Che sia l'abbandono del "Tedeschellum" la virata tanto attesa? Da notare e sottolineare intanto la campagna mediatica, con in prima fila TG1, che senza mezze misure ha fatto ricadere sul M5S le responsabilità del Mancato accordo elettorale. Semplicemente vergognoso, anche perchè le prove addotte dal M5S per screditare queste fuorvianti tesi sono più che solide e dimostrate. L'intelligenza degli italiani saprà certamente individuare, come sempre, da che parte sta la verità.
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