di Giorgio Cremaschi
Dunque alla fine anche l’Istat certifica ciò che la maggioranza della popolazione italiana vive direttamente ogni santo giorno: la crisi si aggrava e la recessione avanza.
Il dato economico della nuova caduta del PIL è pesantissimo, molto più grave di quanto la solita informazione di regime cercherà di presentare per minimizzare. Il segno negativo giunge alla fine di una caduta economica che dura sostanzialmente dal 2008, dunque è peggio che nella terribile crisi del 1929. Ulteriore aggravante è il fatto che tutte le previsioni e i programmi economici del governo parlavano di ripresa. Qui c’è da stendere un velo pietoso su economisti e presunti tecnici di palazzo. È dal 2008 che prevedono la ripresa senza prenderci neppure per sbaglio, o sono particolarmente incompetenti o particolarmente imbroglioni, o tutte e due le cose assieme come spesso capita.
Ma la cosa che dovrebbe suscitare indignazione e scandalo è il fatto che mentre tutto ciò avviene Renzi e i suoi mettono tutte le loro forze al servizio della non eleggibilità del futuro senato. Qui siamo alla cialtroneria diventata sistema di governo.
Nel passato si erano cominciati a conteggiare i costi per il paese di venti anni di berlusconismo. Anche tenendo conto del fatto che nella metà di quei venti anni ha governato un centrosinistra totalmente subalterno al Cavaliere, quel conteggio ci stava. Ma ora con la benedizione del capo storico della destra Renzi governa e lancia quelle riforme che il suo ventennale predecessore ha sempre auspicato. E la crisi si aggrava perché le politiche economiche son sempre le stesse ed i risultati negativi pure. Berlusconi aveva alzato a 500 euro le pensioni minime, Renzi ha dato 80 euro a una parte dei lavoratori dipendenti, le loro risposte a chi li ha criticati sono state le stesse: voi non capite la gente è contenta. No, sono loro che sono ottusi e non capiscono che redistribuire qualche soldo mentre non si fa nulla per ridurre la disoccupazione di massa, mentre l’impoverimento complessivo cresce, significa spargere acqua nel deserto. Acqua che magari dura il tempo necessario per vincere una elezione, ma poi sparisce lasciando tutti più assetati di prima.
Naturalmente i danni Renzi e Berlusconi non li han provocati da soli. Con loro c’ è tutto un establishment politico economico e intellettuale che sostiene le politiche liberiste, da venti anni spiegando che se esse non hanno successo è perché si è stati poco coraggiosi nel realizzarle. Così mentre la politica economica reale è sempre la stessa da decenni, Berlusconi prima e Renzi poi si sono assunti il ruolo di organizzare la distrazione di massa, di imbrogliare il paese facendo credere, almeno alla sua maggioranza, che le loro riforme cambierebbero le cose. Mentre in realtà servono solo a costruire una cappa di autoritarismo che tuteli la pura continuità nelle decisioni che contano.
Sì, a Berlusconi e a Renzi bisognerebbe chiedere i danni, ma in realtà la maggioranza degli italiani li dovrebbe chiedere a sé stessa per aver creduto in loro, se non fosse che questi danni la maggioranza del paese già li paga in continuazione. E continuerà a farlo fino a che non ci si libererà delle politiche di austerità e degli imbroglioni che le realizzano parlando d’altro.
Giorgio Cremaschi
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