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lunedì 11 agosto 2014

BERLUSCONI - PD, la stessa cosa. L'AZIONE DI GOVERNO ITALIANA LA SCRIVONO GLI USA



DI STEFANO ALI

Due cablo Wikileaks che si riferiscono alle elezioni italiane del 2008 dimostrano che non c’è dualismo Berlusconi-PD. L’azione di Governo viene comunque scritta dall’Ambasciata USA.
Due cablo. Uno di natura “confidenziale” dell’8 Aprile 2008 in cui l’Ambasciatore USA a Roma (Ronald Spogli) fornisce al Segretario di Stato USA (1) un quadro dell’andamento della campagna elettorale.
L’Ambasciatore scrive:

Six days remain before elections. Berlusconi and Veltroni have run bland campaigns dominated by their personalities, not their policy proposals. With personality taking center stage, and both candidates promising to slash the size and cost of government, raise pensions, lower taxes, and cut red tape for businesses, the press has focused on disputes over the organization of electoral ballots and off-color remarks by Berlusconi’s frequently off-color ally, LN leader Umberto Bossi.  The only apparent policy difference between Berlusconi and Veltroni appears to be their respective approaches to Italy’s “precarious” workers (i.e. workers without fixed, long-term contracts), but even that difference is mostly rhetorical
Mancano sei giorni alle elezioni(2).  Berlusconi e Veltroni hanno fatto una campagna elettorale noiosa dominata dalle loro personalità, non dalle proposte politiche. Con la personalità al centro della scena ed entrambi promettendo tagli alle spese governative, aumento delle pensioni, abbassamento delle tasse e taglio alla burocrazia per le imprese, la stampa si è focalizzata sulle discussioni circa l’organizzazione elettorale e i commenti volgari del frequentemente volgare alleato di Berlusconi, Umberto Bossi. L’unica apparente differenza politica fra Berlusconi e Veltroni appare essere il loro approccio al precariato, ma perfino quella differenza è più che altro retorica.
Quindi abbiamo già un primo punto di vista terzo di Spogli. Berlusconi-PD di Veltroni, dal punto di vista della proposta elettorale sono la stessa cosa.
Ma lo sconvolgente arriva con il secondo cablo. Datato 11 Aprile e classificato “segreto”. Il vero e proprio programma di governo, con tanto di indicazione sui Ministri.
Italy’s upcoming elections and period of government formation will give us an opportunity to press our agenda with renewed vigor after four months with a caretaker government and more than two years with a government hampered by far left partners.  While our relationship with the Prodi government was good, our relations with the next government promise to be better, maybe much better.  We anticipate making progress on the agenda below should Veltroni make a surprise come-from-behind victory, and excellent progress should Berlusconi be returned to power.  Regardless of who wins, we intend to begin meeting with likely members of the new government as soon as possible after elections, during the period of government formation in April and early May, to lay down markers on our key policy priorities and the direction we would like to see Italian policy take.  We also welcome senior USG visitors to press our agenda, including between the elections and the seating of a new government. We intend to take up: the tone of the relationship; Iran; Afghanistan; Energy Security/Russia; Iraq; MEPP; Lebanon/Syria; Basing/Pol-Mil issues; economic competitiveness; foreign assistance; climate change; and law enforcement cooperation.
Le elezioni ormai prossime e il periodo di formazione del governo ci daranno l’opportunità di spingere il nostro programma con rinnovato vigore, dopo quattro mesi di governo in crisi(3) e più di due anni di governo bloccato dagli alleati di estrema sinistra. Se le nostre relazioni con il governo Prodi erano buone, le nostre relazioni con il prossimo governo promettono ancora meglio. Forse molto meglio. Si può anticipare che faremo progressi sul programma dovesse vincere Veltroni a sorpresa ed eccellenti progressi se Berlusconi tornasse al potere. A prescindere da chi vince, ci incontreremo con i probabili membri del nuovo governo appena possibile dopo le elezioni, durante il periodo di formazione del governo in aprile e primi giorni di maggio per marcare le nostre priorità politiche chiave e la direzione che ci piacerebbe prendesse la politica italiana. Ci piacerebbe che esponenti del governo USA venissero per far pressioni sul programma, incluso il periodo tra le elezioni e l’insediamento del nuovo governo. 
Vorremmo sollevare le questioni relative a: Tono delle relazioni, Iran, Afganistan, Sicurezza energetica/Russia, Iraq, Processo di pace in medio oriente, Libano/Siria, Basi politiche/militari, competitività economica, assistenza estera, cambiamenti climatici e leggi di rafforzamento della cooperazione.
Cosa manca per un completo programma di governo? Ma l’Ambasciatore Spogli non si ferma qui. Per ciascuna voce redige un dettagliato piano di intervento.
Per la voce “miglioramento delle relazioni”, ad esempio, scrive:
Though the Prodi government generally pursued policies we supported, it felt the need to make gratuitous anti-American statements to shore up its far-left constituents.  Such comments detracted from important discussions on the Middle East, Balkans, and Iran.  While both leading candidates in Italy’s election are pro-American, we should, nevertheless, encourage the incoming government to recognize that tone matters in the bilateral relationship and to exercise discipline to avoid unhelpful rhetoric.
Sebbene il governo Prodi abbia seguito le politiche che supportiamo, sentiva il bisogno di fare gratuite dichiarazioni anti americane per puntellare la componente di estrema sinistra. Tali commenti distraevano da discussioni importanti come il medio oriente, i balcani e l’Iran. Anche se entrambi i leader candidati alle elezioni sono pro-americadovremmo comunque incoraggiare il nuovo governo a riconoscere che i toni hanno importanza nelle relazioni bilaterali e ad esercitare la disciplina per evitare retorica inutile (quanta arroganza!?! n.d.r.)
È immediato il richiamo alla mente dell’altro cablo, quello del 2006 di cui ho già accennato. Cablo in cui proprio Prodi veniva redarguito aspramente per aver risposto ad una telefonata.
Oppure sull’energia:
We will encourage the new Italian government to set as a priority the formulation of a national energy policy that realistically addresses the country’s growing need for energy and its worrisome energy dependence on Russia.  Nuclear power and renewable energy sources should be looked at as parts of the plan.  Italy should also exert leadership at the European level, pushing for an EU energy policy that would address the Union’s very worrisome dependence on Russia.
Incoraggeremo il nuovo governo italiano a impostare come prioritaria la formulazione di una politica energetica nazionale che affronti realisticamente il crescente fabbisogno energetico e la preoccupante dipendenza dalla Russia. Energia nucleare e energie rinnovabili dovrebbero fare parte del piano. L’Italia dovrebbe esercitare leadership al livello europeo, spingendo per una politica energetica che si occupi dell’estremamente preoccupante dipendenza dalla Russia.
È un caso se, dopo vent’anni Berlusconi rispolverò l’energia nucleare?
E ancora sull’energia:
We will suggest using the influence that comes from the GOI’s partial ownership of Eni to stop the company from being the “spearhead of Gazprom.”  This would probably require new leadership at Eni
Suggeriremo di usare l’influenza che promana dalla comproprietà del governo italiano in ENI per fermare la compagnia dall’essere la punta di lancia di Gazprom.Questo probabilmente richiederà una nuova leadership in ENI  (danni collaterali, n.d.r.)
Israele/Palestina:
Both Berlusconi and Veltroni would be more inclined to adopt a pro-Israeli policy than Prodi was.  We will strongly impress upon the next GOI the importance of Italy continuing to work through the Quartet on the peace process and refraining from public calls for dialogue with and expressions of sympathy for Hamas
Sia Berlusconi, sia Veltroni sarebbero più inclini ad adottare una politica pro Israele di quanto fosse Prodi. Faremo forti pressioni sul prossimo governo italiano sull’importanza che l’Italia continui a lavorare attraverso il “Quartet”(4) sul processo di pace, evitando dichiarazioni pubbliche relative a inviti al dialogo ed espressioni di solidarietà per Hamas
The new government may designate a new lead for the Major Economies (ME) negotiations on energy security and climate change. We will ask that it be someone who can play an active role, and continue Italy’s support for us on key points as we head toward a ME leaders summit on the margins of the June G8 summit in Japan.  As Chair of the 2009 G8 Summit, Italy will be a key player in efforts to reach a global agreement on climate change by December 2009. When we get down to negotiating binding commitments, and we seek EU compromises in order to get an agreement that the U.S. Congress can support, we need a reliable interlocutor in the Italian Government, who understands economics as well as the environment.
Il nuovo governo può individuare un nuovo responsabile per i negoziati dei paesi industrializzati sulla sicurezza energetica e sui cambiamenti climatici.Chiederemo che sia qualcuno che possa giocare un ruolo attivo e che continui il supporto dell’Italia sui nostri punti fondamentali, considerato che andiamo verso un summit dei paesi industrializzati a margine del G8 di giugno in Giappone. Come sede del G8 del 2009, l’Italia sarà un elemento chiave negli sforzi di raggiungere un accordo globale sui cambiamenti climatici entro dicembre 2009. Quando ci occuperemo di negoziare accordi vincolanti e avremo bisogno che l’UE scenda a compromessi per arrivare ad un accordo che sia accettabile per il congresso USA, avremo bisogno di un interlocutore affidabile nel governo italiano che comprenda le ragioni dell’economia, oltre che quelle dell’ambiente
Inutile dire che il G8 del Giappone, con Tremonti quale rappresentante dell’Italia, si concluse con un nulla di fatto. Con il successivo G8, tenuto all’Aquila nel post terremoto, si pervenne ad un accordo sulla riduzione delle emissioni del 50% per tutti i paesi e dell’80% per i paesi più industrializzati entro il 2050.
A parte l’enorme lasso di tempo (in mezzo secolo?!?) manca pure il riferimento. Il 50% o l’80%, rispetto a quale anno di riferimento?
Con l’esame del cablo mi fermo qui.
Tralascio l’ovvio della politica estera e il comportamento da tenere rispetto a Iran, Iraq, Russia, Afganistan.
Tralascio il “disappunto” che avrebbe creato il ritiro delle forze italiane dalle “missioni di pace”.
Lascio alla curiosità di ciascuno la lettura “istruttiva” del cablo dell’11 Aprile  perché il punto nodale non è “cosa ha fatto Berlusconi”.
Il nodo centrale consiste nel fatto che Berlusconi-PD di Veltroni non sarebbe cambiato nulla: l’agenda di governo la scrive l’Ambasciata USA.
Berlusconi-PD di Veltroni avrebbero portato avanti le stesse politiche – non solo estere, ma anche interne –allo stesso modo: ad uso e consumo degli USA, non dell’Italia.
È la prova provata, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che chi indica “il sistema” come “partito unico” non ha affatto torto!
È la prova provata, se mai ce ne fosse ancora bisogno,che effettivamente siamo di fronte a un PD±L
Che accadde dopo? Accadde che Berlusconi venne accusato di troppe cose (e giudicato colpevole per alcune, pure): Pedofilia, corruzione, evasione fiscale, collusioni con la mafia …
Ciascuna di queste accuse, in USA avrebbe determinato la fine di un uomo politico. Troppo. Troppo perché gli USA continuassero a considerare Berlusconi un alleato fidato, perfino se a capo di un Paese rammollito e corrotto come l’Italia.
Non essendo state sufficienti le azioni di pressione esercitate sugli alleati che lo mollarono, la tempesta sui titoli Mediaset del 2011 lo convinse a farsi da parte.
Seguirono Monti, Letta… tutte persone di “provata fede” filo americana
Nel frattempo cresceva in provetta l’esperimento finale: Renzi
Renzi, con la sua rete di amicizie particolari in USA e in Israele (Carrai, Serra, Gutgeld, Bernabè, Kerry e, sopra tutti, Michael Ledeen).
Quando, allevato, sostenuto e finanziato, si ritenne Renzi pronto, scattò l’operazione “Renzi al governo”.
Goldman Sachs, McKinsey, Morgan Stanley, UBS e perfino la nostrana Unicredit si sperticarono in “endorsement”. È noto il caso UBS che, in un report (outlook 2014 per l’eurozona) pubblicato sul sito ufficiale a Gennaio 2014, individuava già Renzi quale capo del governo.
È evidente che un report di quel genere non potesse essere prodotto in una settimana.
Erano già mesi, quindi, che Renzi era il capo del governo predestinato. Sulle stesse “primarie” (tanto discusse sotto l’aspetto della trasparenza) si allunga l’ombra di una sovra organizzazione a sostegno di Renzi.
L’ultima spinta a Napolitano venne data con lo “scandalo Friedman” (A proposito, ne avete mai più sentito parlare, dopo l’incarico a Renzi?)
Con Renzi, gli USA hanno costruito lo strumento finale: Il rottamatore ha definitivamente rottamato la sinistra italiana, oltre che impegnarsi strenuamente nel rottamare la democrazia.
Certo, diventa una questione di prospettiva, adesso.
Cosa vede chi rimane convinto di essere di sinistra e non si accorge che la politica di riferimento è ben più di destra perfino rispetto a quella di Berlusconi?
Chi si crede di sinistra, non riesce ad accettare di essere li a supportare – suo malgrado e contro la sua volontà cosciente – una politica liberista e imperialista. Inconsciamente trova il rifugio nella dissonanza cognitiva e mente a se stesso.
A nulla vale far presente che questa “sinistra” ha ammainato tutte le “bandiere” della sinistra per sostituirle con quelle un tempo sventolate dall’estrema destra.
Non più la DC (che, nella sua mastodontica struttura correntizia, compensava al suo interno destra, sinistra e centro per far emergere una linea tutto sommato moderatamente popolare), ma il vecchio Partito Liberale Italiano e il vecchio Movimento Sociale Italiano.
Berlusconi-PD non sono una alternativa. È solo la diversa possibilità di scegliere la stessa politica di destra imperialista, quella USA
A meno di voler inquadrare gli USA fra i Paesi comunisti, occorre che chi si ritiene di sinistra prenda atto che una agenda politica redatta fin nei dettagli dall’Ambasciata USA non è esattamente il programma di un governo di sinistra.
Rassegnatevi. La vostra sinistra oggi è questa.    

Stefano Ali

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