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sabato 31 maggio 2014

Il caso Grillo-Farage, ovvero: bastona il cane finché non affoga

di Pino Cabras.

La Repubblica e il resto del coro del giornalismo in mano agli oligarchi italiani - ringalluzziti dalla recente vittoria elettorale del loro cavallo di razza, Matteo Renzi - continuano la loro campagna contro Beppe Grillo su un nuovo fronte, nato dai recenti colloqui del leader dei cinquestelle con Nigel Farage, capo del partito britannico UKIP. La campagna si concentra ora su questo partito, del quale i giornali non raccontano l'evoluzione né la storia, bensì riportano le frasi orribili pronunciate da suoi ex membri che sono stati espulsi proprio per quelle frasi.
Altre frasi inserite nella galleria degli orrori da esecrare sono invece ascrivibili direttamente a Farage. Il problema è che le sue dichiarazioni sono state tolte brutalmente dal loro contesto (di cui i media non forniscono alcuna chiave) e reinserite in un contesto nuovo che le contamina, una volta che sono associate alle frasi di coloro che Farage aveva espulso. L'effetto è distruttivo e non risparmia nemmeno i più smaliziati lettori, ai quali arriva solo la notizia che Farage sarebbe sessista, omofobo e razzista, mentre l'UKIP sarebbe una specie di partito fascista albionico. Gli stessi giornali, in questi stessi giorni, continuano a ignorare che il governo ucraino e i suoi nuovi apparati di sicurezza hanno forti componenti di partiti fascisti, gente che fa il passo dell'oca. Questi media: dove c'è fascismo, non lo vedono, e dove non c'è, lo vedono.

Noi complici del nostro impoverimento voluto dalle Elite finanziarie

DI BARBARA TAMPIERI
ilblogdilameduck.blogspot.it

"Ma tu non eri di sinistra?" mi chiedeva con preoccupazione un mio follower twittarolo stamattina. Il fatto è, caro, che prima di tutto io sono una borghese di merda, e proprio per questo a vent'anni ero comunista. Non c'è da stupirsene perché sono i borghesi che scelgono la bandiera rossa senza averne la necessità. Marx, Lenin, Trockij, Che Guevara, Fidel Castro, erano tutti borghesi, perché è la borghesia che, quando l'élite esagera, che si tratti di incipriati aristocratici e pretacci o di latifondisti, capitalisti e padroni delle ferriere, fa le rivoluzioni. Sono stata di sinistra per un lungo tempo, prima che saltassero tutte le regole su chi dovesse stare dalla parte del popolo e chi invece doveva vendersi al Capitale. Perché qualcosa è successo, darling. Più o meno attorno al Sessantotto. E' stato un processo lungo e difficile da allora, ma sta giungendo a compimento. La più grande operazione di pulizia sociale della storia. La fine della lotta di classe con la proclamazione del Capitale come vincitore. With a little help from his friends.

Boyd: via dall’euro-finanza, solo investimenti sostenibili

Ogni paese che ha adottato l’euro ha perso immediatamente il controllo della propria politica monetaria: mentre in apparenza venivano rimossi i rischi sui tassi di cambio, scendevano in picchiata i tassi d’interesse in molti paesi prima ritenuti a più alto rischio: Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna, i cosiddetti Piigs. Questo provocava un significativo aumento del flusso di investimenti in questi paesi, che hanno così sperimentato una stagione di rapida crescita economica. Ma, senza la possibilità di svalutare la loro moneta di fronte a paesi più pronti a ridurre il costo del lavoro, come la Germania, il deficit commerciale dei Piigs si è considerevolmente espanso. «L’obiettivo dell’euro – sintetizza Roger Boyd – era rendere la Germania più competitiva, poiché l’euro era valutato meno di quanto lo sarebbe stato il marco tedesco, ma più delle precedenti valute Piigs».

venerdì 30 maggio 2014

Reddito di Cittadinanza M5S: bocciato in Parlamento, ripreso dall'INPS






"L'Istat critica il "Reddito di cittadinanza" e poi... ripropone il modello presentato a dicembre dal Movimento 5 Stelle! Lo spiegano Nunzia Catalfo e Daniele Pesco, primi firmatari delle proposte del Movimento 5 Stelle: "il Reddito di cittadinanza proposto da più di un anno e inserito come emendamento alla legge di stabilità e al Decreto IRPEF dal M5S, bocciato dal Governo , corrisponde a un sussidio monetario per le famiglie povere, commisurato al numero dei componenti delle famiglie e al reddito familiare". Il sussidio proposto dal Movimento 5 Stelle assicura a una famiglia con due figli 1.630 euro, 1.000 per un genitore con un figlio, e 1.330 per il singolo con due figli. La proposta è legata all'inserimento dell'individuo nella vita lavorativa e sociale e presenta inoltre: il riordino dei servizi per l'impiego, il fascicolo elettronico del cittadino e il salario minimo. Per vedere quanto i due modelli sono identici guardate la pag. 227 di questo documento e l'allegato 1 della nostra proposta che trovate quiM5S Senato

Incredibile: l'Europa legalizza la Criminalità che salverà il nostro PIL

Crescita, con le transazioni illegali possibile un boom. Droga e prostitute doperanno Pil

La Commissione Europea prevede che dal prossimo autunno nel calcolo del prodotto interno debbano rientrare anche le transazioni illecite. Per esempio multe, spaccio di droga, ricettazione, contrabbando, prostituzione. Qualcuno polemizza, ma la novità potrebbe far crescere il PIl italiano di decine di miliardi

C’è una piega nascosta nel nuovo sistema di calcolo del Prodotto interno lordo europeo e degli Stati membri dell’Unione, il famigerato Esa (European system of national and regional accounts) 2010, ampiamente raccontato con dovere qualche settimana fa e che entrerà in vigore dal prossimo autunno, come ricordato dall’Istat. Bruxelles infatti ha deciso di dare una svecchiata al metodo di stima della produzione nazionale per tener conto del nuovo contesto economico, della globalizzazione e del crescente peso delle attività intangibili (per esempio i brevetti) sulla ricchezza degli Stati. Ma non è tutto. Perché uno degli aspetti più discutibili si trova in una nota di pagina 15 del massiccio volume dell’Eurostat, intitolata “Borderline cases”. E già il titolo è tutto un programma. In questo breve paragrafo la Commissione Europea sente infatti la necessità di chiarire il significato di “transazione”, vale a dire quel tipo di interazione che interessa il calcolo del Pil. Ebbene, con tale definizione si indica qualsiasi azione economica che implichi un mutuo accordo tra le parti, indipendentemente dalla natura – lecita o illecita – e dai soggetti – privati o istituzionali – dell’operazione messa in atto.
Questo vuol dire, specifica il documento, che le multe e le sanzioni sono considerate transazioni e vanno a incremento del Pil perché si fondano su un pregresso mutuo accordo – un contratto implicito – tra l’istituzione e il cittadino (o in generale il soggetto economico) che sottostà alla legge del territorio.

Il disastro italiano

di Perry Anderson
L'Europa è malata. Quanto gravemente è questione non sempre facile da giudicare. Ma tra i sintomi ce ne sono tre di cospicui, e interrelati.
Il primo, e più familiare, è la svolta degenerativa della democrazia in tutto il continente, di cui la struttura della UE è a un tempo la causa e la conseguenza. Lo stampo oligarchico delle sue scelte costituzionali, a suo tempo concepite come impalcatura di una sovranità popolare a venire di scala sovranazionale, nel tempo si è costantemente rafforzato. I referendum sono regolarmente sovvertiti se intralciano la volontà dei governanti. Gli elettori le cui idee sono disdegnate dalle élite rigettano i governi che nominalmente li rappresentano, l'affluenza alle urne cala di elezione in elezione. Burocrati che non sono mai stati eletti controllano i bilanci dei parlamenti nazionali espropriati del potere di spesa.
Ma l'Unione non è un'escrescenza di stati membri che, senza di essa, sarebbero in buona salute. Riflette, tanto quanto aggrava, tendenze di lungo corso al loro interno. A livello nazionale, virtualmente ovunque, dirigenti addomesticano o manipolano le legislature con crescente facilità; partiti perdono iscritti; elettori perdono la fiducia di contare considerato che le scelte politiche si assottigliano e le promesse di differenze durante le campagne elettorali si riducono o svaniscono una volta in carica.

Votiamo chi ci spolperà: siamo un paese di imbecilli?

«Il sonno è ciò che i siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali». Così il Principe di Salina nel “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Citazione perfetta, secondo Rosanna Spadini, per fotografare lo sconcertante voto italiano delle europee, che trasformano l’incolore Pd neoliberista nel primo partito europeo, ufficialmente ancora “di sinistra” benché renziano e ligio ai diktat della destra economica euro-atlantica, prontissimo anche ora alle larghe intese a Bruxelles coi popolari della Merkel e del navigato tecnocrate lussemburghese Juncker, ennesima controfigura del super-potere antidemocratico diretto dalla Troika.«Io però non credo all’esito di queste elezioni», protesta Spadini. «Non credo che gli italiani possano essere così imbecilli da rifiutare il cambiamento, o comunque barattarlo con un voto di scambio degli 80 euro. Non credo che siano state elezioni pienamente libere e democratiche, perché garantite da una casta politica che usale garanzie solo per sé».

giovedì 29 maggio 2014

SARA' ISRAELE LA PRIMA SOCIETA' AL MONDO SENZA CONTANTI ?

DAL MONDO

Sarà Israele la prima società senza contanti del pianetaUna commissione presieduta dal Capo del personale del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha messo a punto un piano in tre fasi per "fare tutto quello che serve per farla finita con le operazioni di cassa in Israele".  Almeno all'inizio dovrebbe essere consentito a persone e imprese di continuare a fare qualche operazione in contanti per piccole quantità di denaro, ma l'obiettivo finale è quello di costringere i cittadini israelianifar girare il denaro, per quanto possibile, utilizzando forme di pagamento elettroniche.


Infatti, sembra che lo stato israeliano creda che il “cash sia il male”  perché alimenta l'economia sommersa e consente alla gente di evadere le tasse.  Si spera che vietando di condurre la maggior parte delle transazioni in contanti, si riduca il crimine e si aiuti il budget nazionale.  E quando per il  98 - 99 % delle transazioni non serviranno più i soldi in contanti, non sarà difficile per il governo israeliano (o per qualunque altro governo) dormire sogni tranquilli e bandire del tutto l'uso del denaro. 

IN OGNI CONTESTO, IN OGNI CONTENITORE

DI ANDREA SCANZI
facebook.com

Leggo alcuni commenti di elettori 5 Stelle secondo cui la colpa della sconfitta (ammesso che 6 milioni siano pochi) sarebbe da attribuirsi ai brogli. Consiglio: non copritevi di ridicolo, era la stessa strada adottata da Berlusconi dopo la sconfitta nel 2006. Quando si perde, si perde. Vedo poi molti dare la colpa all'informazione. Certo: ha molte colpe. Enormi colpe.

Se sbaglia il Pd si glissa, se sbaglia M5S si spara (e magari si inventa lo sbaglio). Lo e scrivo da anni, io come il Fatto Quotidiano. Lamentarsi e basta, però, serve a poco. La tivù dice il falso sui 5 Stelle? Andate in tivù a dimostrarlo, come in parte già fate.



Ballarò invita tal Ronzino (poveri noi) senza "autorizzazione" di Casalino, Biondo e Messora? Bene: mandateci Di Maio.

Telese è cattivo con voi? Non andarci è forse coerente e certo comprensibile, ma politicamente è un suicidio. Gli italiani si informano anche e soprattutto in tivù, e se voi non ci andate Telese chiama - legittimamente: mica è scemo - uno che i voti ve li toglie (ecco perché c'è sempre Martinelli, o un martire qualsiasi di professione). 

mercoledì 28 maggio 2014

Ora il bipolarismo è tra Partito di Sistema e opposizione sociale



da Infoaut.

C'è un Partito di Sistema e si chiama Partito Democratico. Il suo ruolo nell'ultimo anno e mezzo è stato quello di garantire una tenuta istituzionale in funzione anti M5S. A colpi di forzature sulla prassi costituzionale, tra esecutivi di sconfitti e premier non eletti, la missione, sotto l'egida di Re Giorgio, è stata portata a termine.

Quale il prezzo dell'impresa? La completa metamorfosi dello stesso quadro istituzionale traballante e da salvare. Infatti, mettendo tra parentesi le pur mostruose proporzioni dell'astensionismo, si registraun dato inequivocabile: l'oltre 40% dei consensi dei votanti raggiunti dal Partito Democratico testimoniano della cannibalizzazione di tutte le forze partitiche concorrenti, digerite nel grande serbatoio dem di un nuovo Partito di Sistema, l'unico possibile per la tenuta dello stesso appunto.

I mercati: grazie Renzi, hai salvato l’euro-rigore tedesco

Marine Le Pen? Qualcuno le ha già “parlato”, chiedendole di ritirare la richiesta di scioglimento del Parlamento francese dopo il voto delle europee. Troppo pericoloso, per l’élite finanziaria, il credo politico democratico del Front National: via dall’euro, altrimenti usciamo dall’Unione Europea. Chi è stato a “consigliare” alla Le Pen di non radicalizzare lo scontro, in questo momento così delicato per la tenuta delle istituzioni europee? Loro, i “mercati”, i signori dello spread. Quelli che confidano che tutto si sistemerà alla svelta: dopo lo scossone euroscettico, proveniente da forze non omogenee (euro-perplessi, no-euro, anti-Ue), i popolari della Merkel e di Juncker riprenderanno il pieno controllo della situazione, grazie all’aiuto decisivo del Pd di Renzi, il cui exploit mette in salvo la socialdemocrazia europea stabilizzando il sistema. Insomma: grazie Renzi, dicono i mercati finanziari che sono i massimi responsabili della crisi che sta devastando i nostri paesi.

martedì 27 maggio 2014

Riforme criminali targate Ocse, prepariamoci al peggio

Riforme criminali: contro il lavoro, il reddito, il benessere diffuso dei cittadini. Per quelle “riforme” è in corso da vent’anni una campagna martellante, sintetizza Marco Della Luna. E il loro unico, vero obiettivo è «rendere la società market-friendly, “marktkonform”, ossia amica del mercato (finanziario)». A nulla vale il confronto con la realtà: flessione del Pil e dell’export, boom del debito pubblico, disoccupazione dilagante. E’ perché “dobbiamo fare le riforme”, recitano i politici e i media mainstream. Sono le “riforme” in corso da due decenni nell’area Ocse, «quelle riforme che tanto ci chiedono l’Europa, il Fmi, il Colle». Oggi, in Italia, sono le “riforme” di cui parla il nuovo autocrate Renzi, consacrato dal battesimo elettorale delle europee. Riforme già viste altrove, purtroppo: «Sono state socialmente costose e insieme controproducenti rispetto al fine di rilanciare l’economia e l’occupazione». Hanno rilanciato solo i maxi-profitti, non il benessere diffuso. «Il loro scopo è un altro: la concentrazione dei redditi e del potere».

Ci siamo svegliati in un brutto sogno

di Pier Francesco De Iulio 

Ci siamo svegliati in un brutto sogno. A tutti coloro che nutrivano aspettative in un cambiamento radicale della nostra rappresentanza politica bisogna parlare con franchezza: rassegnatevi! Non ci sarebbe molto altro da dire. All'alba del 26 maggio il vecchio che avanza segna una vittoria elettorale di proporzioni bulgare.
Che si tratti di una tornata elettorale "minore" come alcuni vanno ancora sostenendo (e si dovrebbe poi spiegare perchè, visto che è in Europa che si prendono le decisioni a cui gli Stati devono sottomettersi quasi incondizionatamente da almeno dieci anni a questa parte) non intacca il significato di fondo del risultato. Semmai convince ancora di più sulla miopia di chi si ostina a pensare l'Italia come un paese in grado di correre da solo contro la corrente europea, ignorando che la fine certa sarebbe quella del salmone (e senza neanche riprodursi).

lunedì 26 maggio 2014

Se domani il destino degli Italiani cambierà in meglio lo dovremo solo al voto antiausterity dei paesi più evoluti

L’inaudito plebiscito pro Renzi, largamente inatteso dallo stesso Pd, relega l’Italia in posizione ancora una volta subalterna e defilata rispetto alla grande partita europea che si è ufficialmente aperta con le storiche elezioni del 25 maggio 2014, con gli euroscettici al comando in due paesi leader come la Gran Bretagna e soprattutto la Francia, dove più è evidente la bancarotta storica (politica, etica e culturale) della socialdemocrazia, la forza che più di ogni altra ha tacitamente supportato l’euro-disastro neoliberista, tradendo il proprio elettorato di sinistra. Se oggi il Pd può raccontare che – insieme a Martin Schulz – tenterà di mitigare l’austerity di Bruxelles imposta dalla Deutsche Bank per tramite della Merkel, potrà farlo solo grazie alla radicale protesta elettorale dei paesi più avanzati, la Francia in primis, che ora costringerà la Troika a fare i conti con la pressante richiesta di sovranità democratica di molti popoli europei, dalla Grecia all’Austria.

domenica 25 maggio 2014

Kissinger: abbiamo vinto, i vostri Stati sono in bolletta

«Vedo in questa crisi globale una grande opportunità», perché «la crisi finanziaria ha fatto il trucco, cioè ha limitato i mezzi che ogni Stato aveva per affermare i propri interessi». Così Henry Kissinger, potentissimo profeta del super-potere mondiale, all’occorrenza anche golpista – ieri coi carri armati, oggi col dominio finanziario di una ristretta élite. «Non c’è neppure più bisogno d’inventarsi un nuovo ordine internazionale», dice l’ex segretario di Stato americano in un’intervista. «Già i problemi esistenti oggi costringono tutti a soluzioni comuni e globali». Li chiama “interessi comuni”, come fossero accordi amichevoli tra buoni vicini di casa, ma in realtà intende l’esatto contrario: «I vicini di casa, cioè gli Stati – scrive Paolo Barnard – vengono prima colonizzati da un unico sistema finanziario, poi sottoposti a crisi di quel sistema talmente devastanti da incatenarli l’uno all’altro, e così per salvarsi sono costretti a cedere tutte le sovranità e a trovare un unico regime politico, o un’unica gestione».
Barnard la chiama “l’era degli interessi comuni”, ma ovviamente nell’accezione più orwelliana e ipocrita possibile: la nuova epoca «sarà Kissingerdettata dalla nazione egemone, in particolare da una minuta élite di uomini». Per Kissinger, «uno dei sacerdoti occulti di questo complotto», l’attuale amministrazione Obama «deve saper cogliere nella crisi la scintilla per costruire un nuovo sistema internazionale». Lo scenario è favorevole: «Ci sono già importanti parallelismi d’interesse fra le grandi potenze, cioè Usa, Cina, Russia, India ed Europa». E aggiunge: «Conosco l’opinione secondo cui si comincia convertendo l’intero pianeta alla nostra filosofia politica». Il super-oligarca americano non vede grossi ostacoli: «Ho parlato a diversi leader mondiali. Ho cercato di capire fino a che punto la crisi finanziaria ha aumentato la loro disponibilità a cooperare con gli Usa».

L'onestà è più potente della corruzione

di Ferdinando Imposimato




Cari amici, è per me un grande onore partecipare all'evento di oggi, ospite del M5S, pacifico e non violento, al quale sono grato per le battaglie che fa con passione civile in difesa della democrazia e dell'eguaglianza dei diritti sociali. Oggi, 23 maggio, nell'anniversario della strage di Capaci, desidero dedicare questo mio modesto intervento, al mio amico Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo, e agli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo, caduti in difesa della legalità repubblicana: un pensiero deferente a Paolo Borsellino e alla sua scorta, e, perdonatemi, a mio fratello Franco, caduto vittima della mafia. Onoriamo la loro memoria all'insegna della verità.
La crisi economica è grave e opprime la grande maggioranza dei cittadini. La responsabilità primaria è delle maggioranze di destra che hanno governato l'Italia per 20 anni, ma oggi questa responsabilità si estende alle larghe intese. Il presidente del Consiglio, (al quale va la nostra solidarietà per gli atti di contestazione violenta), suscitò, coi suoi annunci, la speranza che avrebbe cambiato le cose: indicò rimedi e sacrifici da sopportare 1) la fine del finanziamento pubblico dei partiti 2) il taglio degli stipendi dei manager di Stato che guadagnano 1000 volte più dell'ultimo operaio 3) l'aumento dei salari col taglio del cuneo fiscale 4) la riduzione delle indennità parlamentari 5) interventi per la scuola 6) lotta all'evasione fiscale per 154 miliardi di euro l'anno. Ebbene gli impegni presi non sono stati mantenuti.

sabato 24 maggio 2014

Persone come Voi…

Ci siamo. Sono anni che parliamo di Europa. Tra pochi giorni ci andiamo, in un modo o nell’altro. Non mi interessa stare qui ad esaminare le singole ricette e a contrapporle tra loro, mi interessa un dato inoppugnabile: sembra l’altro ieri quando, a dire che quest’Europa così com’era non andava bene, era uno sparuto gruppo di pochi pazzi che osava uscire dal coro dei “Fate presto”. Oggi le cose sono radicalmente diverse. Gli europeisti ad ogni costo (quelli che “il grande sogno dell’Europa” senza se e senza ma) masticano amaro. Probabilmente le forze euroscettiche, con varie declinazioni di insofferenza, avranno un peso determinante nel Parlamento Europeo. Chi più radicale, chi meno, chi a fingere una critica nei confronti di un modello che invece ha perseguito e reso possibile (cercare in casa Pd), in ogni caso con la nuova legislatura finalmente i “pazzi” avranno un esercito nel tempio della burocrazia assassina, a sbattere i proverbiali pugni. I tempi in cui l’unico modo per uscire dall’incantesimo era entrare in oscuri blog custoditi in rete sono passati. I tempi in cui l’unica maniera di ascoltare parole sensate alla corte degli eurocrati era diffondere gli interventi di Nigel Farage sono finiti.

In Grecia si violano i Diritti Umani

UN CORRISPONDENTE VOLONTARIO DALLA GRECIA
Comedonchisciotte.org

Riceviamo dalla Grecia e volentieri pubblichiamo.
Il 7 Marzo 2014 l'avvocato Cephas Lumina incaricato dal Human Rights Council (Consiglio dei Diritti Umani) delle Nazioni Unite ha presentato un rapporto sulla situazione dei diritti umani in Grecia dopo i 4 anni di austerità estrema imposta dalla Troika al paese. (1), (2)
Nel rapporto il governo greco è accusato in dettaglio per la sistematica violazione dei diritti umani, dei diritti civili, politici, economici e culturali come anche del diritto al progresso e allo sviluppo del popolo greco. Il governo greco è anche severamente criticato per la violazione dei diritti costituzionali e per il non mantenimento degli impegni presi a livello internazionale in materia di diritti umani.

José Mujica, il Presidente che tutti vorrebbero

DI MEDEA BENJAMIN

Il presidente dell'Uruguay José Mujica, un 78 enne ex guerrigliero marxista, che ha passato 14 anni in prigione, di cui la maggior parte in isolamento, ha recentemente visitato gli USA per incontrare Barack Obama e discutere di vari argomenti. Ha detto ad Obama che gli americani dovrebbero fumare meno e imparare più lingue. Ha tenuto una conferenza alla camera del commercio USA, in un'aula piena di uomini d'affari, riguardo ai benefici della redistribuzione della ricchezza e l'aumento dei salari dei lavoratori. Ha detto agli studenti dell'American University che non ci sono “solo guerre”. Qualunque fosse  l'audience, parlava in modo estemporaneo e con tale brutale onestà che amarlo non era difficile. Qui ci sono dieci ragioni per le quali anche voi dovreste amare il presidente Mujica.

venerdì 23 maggio 2014

Svelata da Barbara Lezzi, la strana storia degli 80 Euro e della Tasi



L'Italia: la nuova Questione Meridionale Europea

di Lelio Demichelis
La retorica. Per gli antichi era l'arte di persuadere mediante l'utilizzo di strumenti linguistici. E lo è ancora oggi, nel dilagare - ad esempio - delle retoriche della rete (bisogna essere connessi, bisogna condividere); lo è in Matteo Renzi con il suo populismo del rottamare, del nuovo contro il vecchio, della rivoluzione (la sua) contro la conservazione (sempre degli altri).
La retorica sconfina spesso (o sempre) nella surrealtà. Surreale: ovvero ciò che oltrepassa la dimensione del reale, che offre suggestioni fantastiche, che produce una realtà al di là della realtà. Le ideologie (di ieri e di oggi) - non le utopie, che sono ben altra cosa - vivono nella surrealtà (sono una fuga dalla realtà in un mondo immaginario ma che deve essere fatto credere come possibile - Hannah Arendt). I totalitarismi del '900 hanno anch'essi ovviamente prodotto una propria surrealtà (ideologia & totalitarismo).

Il Guardian: l’euro è fallito, l’Europa lo ammetta o è la fine

Umore nero alla vigilia delle europee: il quantitative easing della Fed ha dato respiro all’Eurozona, i cui debiti però sono superiori alla velocità di crescita. Così l’austerity ha messo in croce l’economia e la Bce non ha fatto nulla per compensare le perdite, sostiene il “Guardian”. «La disoccupazione è alta e gli elettori sono malati di austerità». Secondo il giornale inglese, sarebbe un errore aspettari miracoli dal voto per Strasburgo: «I partiti mainstream con il loro pensiero dominante saranno ancora in carica e la vita andrà avanti come prima». Come risultato, «l’Europa si condannerà a un periodo anche più lungo di stagnazione economica, disoccupazione di massa e austerità», al punto che «fiorirà l’estremismo». Un’alternativa a questo scenario deprimente? «Ammettere che adottare l’euro come un modo per promuovere la causa di un’unione sempre più stretta è stato un errore di proporzioni storiche», scrive Larry Elliott.
L’euro, scrive Elliott in un servizio ripreso da “Voci dall’Estero”, potrebbe essere radicalmente riformato secondo le linee proposte da Charles Grant, Larry Elliott, analista economico del Guardiandirettore del “Centre for European Reform”: questo permetterebbe di ristrutturare i debiti sovrani, ridurre velocemente l’austerità e riconvertire l’economia tedesca per renderla meno concentrata sull’export. L’alternativa radicale è invece quella di «rompere il vincolo della moneta unica, restituire il potere alle singole nazioni o gruppi di Stati con economie convergenti, e ricominciare». Questo, secondo il “Guardian”, «non accadrà, almeno non ancora», visto che l’euro è il simbolo dell’eurocrazia a guida tedesca. Secondo l’economista Roger Bootle, «l’euro è stato un disastro economico, imposto all’Europa per ragioni politiche». Anziché unire l’Europa, la sta frantumando in modo pericoloso. Già negli anni ‘90 si sapeva che l’euro «avrebbe potuto rivelarsi una macchina che distrugge il lavoro», dato che tutti quei paesi «non erano pronti per un’unica politica monetaria».

giovedì 22 maggio 2014

Le domande scomode che nessuno fa

di Vincenzo Cirigliano

E' incredibile vedere in questi giorni le passerelle che fanno in TV i leader dei vari schieramenti politici, ma soprattutto è preoccupante notare quante siano le domande che noi comuni cittadini avremmo fatto a questi personaggi e che invece i Conduttori di queste Trasmissioni non fanno. Si fanno le solite domande di comodo e di circostanza che non evidenziano gli errori che questi leader hanno fatto nel passato e che hanno determinato in modo perentorio i tempi che stiamo vivendo. Ci vengono a raccontare di una crisi da loro in realtà vissuta sempre in modo distaccato, crisi in cui loro stessi ci hanno portato; cercano addirittura con le chiacchiere di venderci le soluzioni che da loro mai e poi mai potranno arrivare, per il semplice motivo che non godono, legati come sono agli interessi delle Lobby, delle Corporazioni e dei grandi Patrimoni, della libertà di agire. Ma perchè tante domande vengono eluse, quelle domande che avrebbero il potere di aprire gli occhi della gente dinanzi all'evidenza di fatti ineluttabili.

Investiranno In Italia dopo averci raso al suolo

«Nell’epoca dell’avidità e delle guerre per massimizzare i profitti delle SpA nessun politico calato dall’alto avrà il coraggio di spegnere l’interruttore dell’immoralità», e ovviamente «nessun partito pensa di riformare il processo decisionale della politica – riforma dei partiti, elezioni primarie per legge, democrazia diretta», sostiene Peppe Carpentieri. «Una delle più grandi menzogne spacciate dai media e dai politici nostrani è che l’Eurozona avrebbe promesso un miglioramento del benessere collettivo». I mantra della “religione” liberista? Crescita e competitività, a parole. Nei fatti, invece, il cambio fisso dell’Eurozona, il patto di stabilità e crescita nonché il Fiscal Compact «sono tutti strumenti che hanno sostenuto il processo di recessione avviato prima con lo Sme, poi nel 1981 con la separazione fra Tesoro e Banca d’Italia, e accelerato con la deregolamentazione bancaria e finanziaria, fino ad esplodere nel 2008 con la crisi dei mutui subprime che ha raggiunto l’Eurozona».

Il PD cerca di convincerti che nell'austerità troverai la felicità




di Deanna Pala.

Ieri mattina trovo nella cassetta della posta lo speciale "Italia che ce la fa" del Corriere della Sera. Mi guardo a destra e a sinistra, lo hanno anche i vicini. Il sospetto che la propaganda ti insegua c'è, ma lo leggiamo comunque. La prefazione è "dare un altro racconto del nostro paese". Un altro rispetto a quale?

Ti aspetti di trovare la storia dell'amico dei tuoi genitori che sta resistendo con le unghie e con i denti per non chiudere l'impresa di manutenzione anche se gli sono rimasti tre dipendenti, Equitalia che lo aspetta anche nel bagno di casa e due ore di sonno al giorno.

mercoledì 21 maggio 2014

Il coraggio di cambiare: entro 4 anni saremo 3° mondo

Con l’entrata in vigore del Fiscal Compact e dell’ERF, è in arrivo la batosta finale sul nostro paese; ci toglieranno anche le mutande, ci relegheranno a tutti gli effetti ad essere una COLONIA: le nostre principali aziende, le ‘eccellenze italiane’ in mano ai privati se le sono già acquistate e le stanno acquistando; ora tocca ai beni pubblici, ad iniziare dalle principali aziende, le più importanti…
 
Chi ci segue da tempo sa bene a cosa ci stiamo riferendo: ne abbiamo parlato a partire dal 2011.
Oggi parliamo di crisi, oggi ‘siamo’ in crisi, ma ahimè, la crisi vera, deve ancora arrivare! Questo è niente rispetto allo scenario che si prospetta in questo paese, al di la delle ‘confortanti’ parole pronunciate ogni anno dai nostri politici, che prima “non vedevano la crisi” e oggi vedono “la fine della crisi”, con la ripresa che puntualmente avrà inizio l’anno successivo… e poi quello successivo ancora, e ancora ancora e ancora! Un teatrino di infimo livello di cui sempre più italiani si stanno rendendo conto.
Questione di poco dovremo affrontare il CRACK dell’INPS: e saranno DOLORI. Nessuno ne parla, ma numeri alla mano, è INEVITABILE.

Scarpinato: la crisi aumenta il potere del sistema-mafia

Pensare un’azione antimafia realmente efficace in un contesto di sgretolamento dei diritti è una contraddizione in termini. Si potrebbero arrestare tutti i giorni centinaia di affiliati con la certezza che il giorno dopo verrebbero prontamente sostituiti. La storia italiana è una storia diversa da quella degli altri paesi di democrazia europea avanzata, perché nei paesi come la Francia, come l’Inghilterra, come la Germania quasi non esiste una questione criminale, o meglio, la questione criminale è un capitolo assolutamente marginale e secondario della storianazionale, di cui si occupano soltanto gli specialisti, i magistrati e i criminologi, perché tranne poche eccezioni le gesta criminali sono quelle della criminalità comune: rapine, omicidi e traffico di stupefacenti. In Italia non è così. Perché in Italia la questione criminale è sempre stata inestricabilmente intrecciata con la storia nazionale, lastoria con la S maiuscola. I protagonisti delle vicende criminali non sono stati soltanto esponenti delle classi disagiate e popolari, ma anche pezzi importanti della classe dirigente.

Rapporto shock: se gli Italiani non cambiano è la fine di tutti

I trattati europei violano apertamente la Costituzione italiana, vanno in direzione diametralmente opposta: per la nostra Carta, «scritta da persone che avevano fatto la Resistenza e preso atto dell’anti-socialità di un certo capitalismo», la spesa sociale (deficit) è il “mestiere” dello Stato: «L’essenza stessa delle democrazie è la garanzia del benessere a lungo termine, che c’è solo con la piena occupazione della forza lavoro». L’euro e gli eurocrati fanno esattamente il contrario: costringono lo Stato a tagliare la spesa sociale, cioè a tradire la propria missione costituzionale. Lo afferma un magistrato, Luciano Barra Caracciolo, già membro del Consiglio di Stato, impegnato a smascherare l’impostura della governance Ue, affidata a tecnocrati al servizio dell’élite finanziaria. Personaggi che colpevolizzano paesi come l’Italia, che in realtà versa a Bruxelles molto più di quanto non riceva. E’ il gioco sporco dell’oligarchia: «Tanto più si privilegia il capitale nella sua dimensione finanziaria, tanto più si sacrifica il livello di benessere generale e si sposta la ricchezza nelle mani di pochi».

martedì 20 maggio 2014

Perché voto il M5s. Ma auguri anche alla lista Tsipras

di Aldo Giannuli.

Domenica voterò per la lista del M5s, insieme alla Lega, unica vera opposizione in Parlamento, prima al governo Letta e poi al governo Renzi.
Sel, lo dico onestamente, non mi ha soddisfatto su questo piano. E siccome di votare Lega non mi passa neppure per la controcassa del cervello, non mi resta che votare M5s.
Ma ci sono anche altri motivi più profondi. Non ignoro i limiti ed i problemi del M5s e su questo sito, chi mi legge deve darmi atto di avere spesso criticato le scelte tanto di Grillo, quanto del movimento in quanto tale. Non ignoro affatto  le sue difficoltà a darsi una cultura politica omogenea ed un modello organizzativo soddisfacente. 
Ma è anche vero che si tratta di un movimento giovane, che deve ancora attraversare il lungo tunnel della propria definizione. Quanto all'accusa di populismo (che peraltro Grillo non respinge ed anzi rovescia in una orgogliosa rivendicazione): io non sono affatto populista, vengo da una cultura politica che non è affatto populista, però so che ogni processo di rivolta contro il sistema ha sempre avuto esordi di tipo populista. Ma, soprattutto, so che questa polemica contro il populismo è la foglia di fico dietro cui queste miserabili èlite nascondono le loro incapacità, la loro voracità, i loro ignobili privilegi.
Questo mi dice da che parte stare in questo scontro. Io credo che siamo in un momento cruciale della storia del nostro paese. Ed in particolare in Italia, le c.d. èlite stanno dando il peggio di sé. 

Governabilità? E' il pretesto per non cambiare niente

La stabilità politica non dipende dal sistema elettorale, ma dalla forma di governo. Se è il Parlamento a votare la fiducia, non c’è da giurare sulla durata del premier. L’unica forma veramente sicura, per l’esecutivo, è il presidenzialismo: si elegge un capo del governo, che spesso è anche il capo dello Stato, che resta in carica per l’intero mandato, al riparo dal voto delle Camere. Se l’obiettivo dei maggiori partiti è questo, cioè la famosa “governabilità”, perché ostinarsi a cambiare il sistema elettorale? Perché le «vere intenzioni» sono altre e restano occulte, sostiene Aldo Giannuli. Con il Porcellum e ora l’Italicum, il Parlamento viene subordinato al governoanche nella formazione delle leggi. Attraverso il maggioritario, il sistema politico viene blindato, sbarrando la strada agli outsider. Risultato: il ceto politico domina la società civile ed emargina le potenziali forze anti-sistema.

Grillo buca il video ed entra nelle case degli Italiani




lunedì 19 maggio 2014

Di Battista (M5S): Mettere insieme l'ultimo ventennio della Storia d'Italia serve per capire il presente




Povera Italia

di Massimo Ragnedda


Povera Italia come ti sei ridotta. Un paese senza speranza, senza futuro, mangiato dalla corruzione (da EXPO all'Università), dallaMafia (vedi Dell'Utri che ha addirittura fondato un partito che ha guidato l'Italia per 20 anni), dalla truffa (vedi Berlusconi), dalletangenti (dalla Finmeccanica alla Tav) e da una classe politica incompetente e in malafede (vitalizi da 5000 euro al mese dopo appena 5 anni di legislatura, come nel caso della Regione Sardegna).
Da questo si fugge. Si fugge da questa prepotenza, da questa vergognosa gestione della cosa pubblica, da questo senso di impunità e tracotanza. "Zente cunsizzada male Iscurtade sa 'oghe mia: Procurad'e moderare Barones, sa tirannia" (Gente consigliata male ascoltate la mia voce: moderata la vostra tirannia).

Uscire dall'Euro: si può fare con intelligenza

Si è scatenata «una campagna terroristica sugli effetti di un’uscita dell’Italia dall’euro», che parla di inflazione alle stelle, mutui insostenibili che costringerebbero a vender casa, termosifoni spenti, cure mediche proibitive, aziende fallite. «Mi spiace notare che anche “Il Fatto” si sia associato a questa campagna», annota Aldo Giannuli nel suoblog, prendendo le distanze da chi pretende che ci si debba semplicemente rassegnare all’euro, visto che ormai c’è. «Ma chi via ha garantito che l’euro sia destinato a restare in piedi?». La moneta unica, ricorda Giannuli, nacque alla fine della guerra fredda, dalla Francia di Mitterrand, come contrappeso alla riunificazione tedesca. Due versioni: quella “buonista” dice che gli eurocrati speravano che la moneta unica «avrebbe aiutato i paesi meno forti favorendo una dinamica virtuosa convergente delle diverse economie nazionali che, a sua volta, avrebbe spinto verso una celere unificazione politica». L’altra versione, la peggiore, spiega forse meglio l’attuale catastrofe: l’euro nacque essenzialmente come piano criminale dell’élite contro la democrazia sociale europea, quella del welfare.

La grande paura: se vince Grillo, nuove elezioni a ottobre

C’è chi la chiama la “rivoluzione d’ottobre”: elezioni anticipate, nel caso Grillo alle europee bruciasse Renzi eBerlusconi restasse molto indietro. Ormai sono in tanti a parlarne, persino “Repubblica”: nuove elezioni a ottobre, «se tutto dovesse andare per il verso sbagliato», per il Pd e per Forza Italia. Se ne parla «nel centrosinistra e nel centrodestra, nel governo e nel partito democratico. Certo quel “se” è ancora molto grande. Eppure per molti, nel corso di questa campagna elettorale, sta diventando via via sempre più piccolo». Dopo l’inchiesta Expo, l’arresto di Scajola e il voto su Genovese, anche a Palazzo Chigi «i calcoli sono diventati sempre più serrati». Un boom dei grillini riuscirebbe a rompere l’attuale equilibrio? Dipende dai numeri dell’eventuale exploit dei 5 Stelle e dal loro distacco rispetto a Pd e Fi. «Tra i democratici e forzisti sta avanzando una sorta di “demone”, una paura per certi aspetti incontrollata che i pentastellati si avvicinino a insidiare la soglia di successo del Pd e che il distacco da Berlusconi riduca Forza Italia definitivamente al ruolo di terzo partito».
Grillo, che ostenta sicurezza, annuncia che in caso di vittoria chiederebbe subito le dimissioni di Napolitano e nuove elezioni. A sua volta, intervistato da Lucia Annunziata, Caseleggio spiega che – per la prima volta – i 5 Stelle si presenterebbero alle eventuali elezioni anticipate con una squadra di super-specialisti, personaggi di primo piano selezionati dai 130.000 iscritti in base a competenze riconosciute. L’altro giorno, scrive Claudio Tito in un servizio su “Repubblica” ripreso da “Dagospia”, nel Transatlantico di Montecitorio è scattato l’allarme tra deputati di prima nomina e veterani: «Un turbinio di bigliettini passava di mano in mano con i dati degli ultimi sondaggi. E ogni volta tutti sgranavano gli occhi. Scuotevano la testa e se ne andavano. Se quei numeri venissero confermati – è il ragionamento che molti fanno nel governo e nelle istituzioni – il primo effetto sarebbe il disconoscimento da parte del Cavaliere del cosiddetto “patto del Nazareno”», in base al quale Renzi si è accordato con Berlusconi per abolire il Senato e peggiorare ulteriormente il “Porcellum” con una legge elettorale ancora più antidemocratica, l’Italicum, che abbassa la quota per ottenere il maxi-premio di maggioranza e innalza muraglie per sbarrare il passo ai partiti minori.