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martedì 28 aprile 2015

“Varoufakis dilettante? Ministri Ue veri incompetenti”

di JAMES GAIBRAITH 

La stampa italiana ha ripreso ieri, acriticamente, la notizia che i ministri europei, riuniti a Riga, hanno definito un "dilettante" Yanis Varoufakis, ministro della Grecia. Un vero economista replica ai cialtroncelli della UE. La Repubblica, 26 aprile 2015
«Quello che è successo a Riga è surreale. Ma chi sono questi signori che si permettono di dare del dilettante a Varoufakis? Chi è questo Djisselbloem, i ministri austriaco, maltese, sloveno, slovacco? Solo politici preoccupati del loro destino personale in patria, per lo più esponenti della destra estrema in coalizioni di centrodestra, oppure terrorizzati che a casa loro accada qualcosa di simile all’ascesa di Syriza. Magari in Spagna o Portogallo, Paesi dove si sta per votare».
James Galbraith, economista della Texas University di Austin, proprio non ci sta a vedere vilipeso e offeso di fronte a tutta Europa il suo compagno di istituto e grande amico Yanis Varoufakis.
«Ma lo sanno che è uno dei migliori economisti del nostro tempo, loro che preparazione economica ne hanno zero? E che ha il solo torto, lui che era bandito dai talk-show politici in patria fino a poco tempo fa per ragioni politiche, di essersi messo al servizio del suo Paese per cercare di salvarlo dal naufragio dopo decenni di gestione, quella sì, incompetente e corrotta?»
Però anche il ministro italiano Padoan, che non può essere certo accusato di essere un politico attaccato alla poltrona, ha accusato il governo di greco di tattiche dilatorie…

«Padoan è una persona troppo preparata e raffinata per non rendersi conto che bisogna dare un po’ di tempo alla Grecia. Io ho lavorato molto nelle passate settimane con Varoufakis e sono il primo ad ammettere che non tutti i documenti sono perfezionati, non tutte le tabelle sono complete in ogni loro parte, posso anche riconoscere che c’è qualche ritardo nelle traduzioni in inglese e francese dei testi. Ma bisogna rendersi conto che si tratta di riscrivere completamente le regole economiche con buon senso, ponderatezza, precisione. Su materie cruciali come stipendi, pensioni, privatizzazioni, evasione fiscale, corruzione, tasse. Il 20 febbraio a Bruxelles alla firma del preaccordo si era detto che il lavoro doveva essere completo per fine maggio: che senso ha ora, più di un mese prima, alzare così i toni? Solo per spaventare i mercati, o per riaffermare antiche gerarchie di potere in Europa? O forse non si vuole accettare il fatto che queste regole la Grecia ha deciso di scriverle da sola senza accettare quelle preparate dalla Troika o qualcosa di simile?».

Proprio qui sta il punto. I soldi, ci piaccia o no, sono un problema. Non pensa che i creditori comincino ad essere preoccupati di non rivedere il loro denaro?

«Se fanno così, non lo rivedranno davvero mai. Se invece permetteranno ad Atene di riprendere con le sue forze un cammino di crescita sicuramente sì, anche se in un futuro forse un po’ più lontano del previsto. Senza pretendere, per esempio, che il surplus di bilancio sia accantonato invece che essere investito. Guardi, in gioco qui c’è non solo il futuro della Grecia, ma anche dell’Europa e della democrazia. Ad un nuovo governo deve essere dato il tempo di attuare il proprio piano economico. Guardi, di tutto questo il più convinto oggi è il governo tedesco e direi personalmente la cancelliera Merkel».
Proprio lei?

«La signora Merkel si sta dimostrando una vera statista. E da questa sua nuova apertura beneficeranno anche tutti gli altri Paesi che sono stati distrutti dalla follia dell’austerity che ha aggravato oltre ogni misura una crisi che poteva essere risolta con rapidità. Ma questa è acqua passata. Il futuro sarà ben diverso, grazie alla conseguita consapevolezza tedesca. E di questo dovete tutti ringraziare Varoufakis».

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