I rapporti fra Europa e Stati Uniti non sono mai stati così pessimi. Dall’elezione di Donald Trump alla guida della Casa Bianca, l’oceano Atlantico è diventato sempre più largo e profondo. E fra Bruxelles e Washington si è creato un abisso che sembra veramente difficile da recuperare.
La Conferenza di Monaco di questi giorni è stato il palcoscenico dello scontro frontale fra Usa e Europa. Ma in particolare dell’amministrazione Trump contro la Germania di Angela Merkel. Dopo un periodo di apparente calma fra Berlino e Washington, i due governi sono tornati ad affilare le armi.
E in vista delle elezioni europee, l’idea è che questa divergenza fra le due potenze appaia sempre più incolmabile. E con essa anche la divergenza fra Europa e America, che il presidente repubblicano non ha fatto che incrementare per colpire la leadership dell’asse franco-tedesco.
La riunione di Monaco ha manifestato in modo cristallino che su diversi punti, Washington ha preso una direzione completamente diversa rispetto a quella dei Paesi dell’Unione europea e della stessa Usa. Sulla guerra in Siria, il ritiro preoccupa gli alleati. Sull’Iran, gli Stati Uniti hanno preso una posizione durissima nei confronti di Teheran con il ritorno delle sanzioni che hanno colpito le imprese europee e la strategia politica dell’Ue verso il Medio Oriente. Ma è soprattutto sui dazi e sull’energia che la guerra fra Trump e l’Europa diventa in particolare uno scontro fra gli Stati Uniti e la Germania.
La Cancelliera Merkel ha definito “spaventosa” la decisione Usa di ritenere una “minaccia alla sicurezza nazionale” le automobili importate dall’Europa. Una frase che potrebbe avere un impatto fondamentale nell’industria tedesca, visto che un terzo delle esportazioni sono dirette verso gli Stati Uniti. A nulla sembrano essere valse le dichiarazioni della Merkel sul fatto che il maggior impianto della Bmw sia in South Carolina. “Sarebbe bene riprendere colloqui adeguati”, ha sottolineato, “troveremmo una soluzione”. Ma la minaccia dei dazi al 25% sulle auto europee pesa come un macigno sulle relazioni fra i due Stati. E adesso si attende la decisione del presidente.
Altro punto particolarmente importante, quello del gasdotto Nord Stream 2. Mike Pence è stato chiarissimo: “Non possiamo garantire la difesa dell’Occidente se i nostri alleati dipendono dall’Oriente”. E ha poi ringraziato tutti i partner della Nato “che si sono chiaramente schierati contro Nord Stream 2”. Dichiarazioni che fanno capire in maniera cristallina quale sia la posizione di Washington nei confronti del raddoppio del gasdotto che porterà il gas dai giacimenti russi direttamente in Germania, legando in maniera indissolubile i destini di Mosca e Berlino ma soprattutto trasformando la Germania nell’hub del gas naturale russo in Europa.
La questione North Stream preoccupa gli Stati Uniti, ma inizia ad agitare anche la politica tedesca. Non tutti sono convinti della bontà del progetto. E, come ricorda Repubblica, anche un ministro di Berlino, a microfoni spenti, ha dichiarato: “È una questione che ci ha totalmente isolati, e non solo in Europa. Dopo 14 anni al governo la cancelliera dovrebbe anche smetterla di dare la colpa al suo predecessore Schroeder: è un progetto portato avanti con convinzione per ammansire Putin“. E anche all’interno della tanto bistrattata Unione europea, gli Stati hanno più di un alleato, tanto che un commissario Ue ha detto: “Merkel non può permettersi troppi fronti aperti con la Russia e preferisce mantenere una linea più dura sul nodo Ucraina, ad esempio”.
A questo punto, la sfida della presidenza Usa alla Germania è totale. Merkel si è ormai eretta come la vera leader anti-Trump. Con la fragilità di Emmanuel Macron, sembra essere chiaro che solo la Cancelliera possa guidare il fronte contrario al presidente Usa. E in vista delle elezioni europee, questo scontro può essere decisivo per comprendere come si muoveranno i partiti legati alla strategia di Washington. La leader tedesca è apparsa molto decisa. Le sue frasi sono state dure e ha lanciato un vero e proprio monito al mondo: “L’America sta mandando il mondo in mille pezzi”. Ma adesso bisognerà capire fino a che punto è disposta a combattere quando di mezzo c’è la potente industria delle auto, che già con la Brexit rischia di avere un contraccolpo durissimo.
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