Se le caste del vecchio regime riusciranno a boicottare il governo gialloverde, al popolo italiano non resterà che indossare il gilet giallo e spaccare tutto. Non resterà che la sommossa come sta avvenendo in Francia. Ma da noi potrebbe essere ancora peggio perché il popolo italiano oggi ha conquistato democraticamente una opportunità di cambiamento, e se le caste del vecchio regime dovessero far saltare tutto, il popolo si sentirebbe doppiamente tradito e la reazione sarebbe ancora più violenta. Le vecchie caste stanno scherzando davvero col fuoco. Opposizioni, giornali, sindacati s’illudono che caduti i gialloverdi si possa tornare magari ad un governo ammucchiata o a qualche governo tecnico rinviando magari le elezioni il più possibile per far calmare le acque e progressivamente tornare alla vecchia zuppa partitocratica e lobbistica. Illusioni miopi e davvero pericolose. Basta guardarsi attorno per capirlo.
La Francia continua ad ardere con una brutalità che non si era mai vista. Sfondano le porte dei ministeri con le ruspe, bruciano auto e negozi da mesi.
Una ribellione inaudita anche nelle sue ambizioni. I gilet gialli vogliono addirittura la testa del Presidente della Repubblica, di quel Macron servo delle lobby e figliastro della peggiore partitocrazia elitaria. Vogliono che le caste politiche e giornalistiche e sindacali prendano atto del proprio tradimento e fallimento storico e lascino spazio ad un nuovo corso in cui il popolo torni al centro dell’azione politica. Già, la Francia vuole che la politica torni a servire il popolo. Vuole il populismo! Quello che da noi le altezzose caste del vecchio regime denigrano e disprezzano. Quel populismo che invece il Premier Conte giustamente rivendica. Brucia Parigi ma le strade di tutta Europa sono colme di rabbia e voglia di cambiamento radicale. Il popolo europeo si sta rivoltando ovunque e all’unisono come sovente successo nella storia. E quell’Italia martoriata ed umiliata dai burocrati europei si riscopre ancora una volta all’avanguardia nella sperimentazione politica continentale. Un passo avanti.
Il populismo gialloverde – seppur nelle sue due diverse declinazioni – è il futuro, è la risposta democratica e pacifica ad una rabbia che senza rappresentanza politica si riduce in uno sfogo distruttivo. Per questo, chiunque abbia a cuore i destini dell’Italia e della sua democrazia, dovrebbe rallegrarsi del governo gialloverde e dovrebbe augurarsi che duri il più possibile in modo da concretizzare la voglia di cambiamento che incarna. Non è tempo di giochetti sporchi e propaganda spicciola, non è tempo di scherzare col fuoco. Il governo gialloverde ce la sta mettendo tutta per mantenere le promesse. Sta lavorando sodo per concretizzare la volontà popolare emersa nelle urne. È un governo che non può fare miracoli viste le macerie ereditate e i noti problemi finanziari, ma per la prima volta dopo decenni la politica si è rimessa al servizio esclusivo del popolo in Italia.
La coerente e genuina intenzione di cambiare davvero conta quanto i risultati. Opposizioni, giornali e sindacati vivono in un mondo tutto loro e che i cittadini hanno già spazzato via nelle urne. Il loro sabotaggio è moralmente deplorevole e antidemocratico ma anche storicamente suicida. Non hanno in mano nessuna proposta politica alternativa e se dovessero riuscire a fermare il governo gialloverde, al popolo italiano non resterà che indossare il gilet giallo.
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