E quanto rende noto lo stesso eurodeputato attraverso una nota stampa. La richiesta è stata inoltrata, ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto della Corte, dopo che nel 2016, a seguito di un procedimento in Cambogia, il tribunale dell’Aja ha annunciato che si sarebbe occupata anche dei crimini contro la distruzione dell’ambiente, lo sfruttamento illegale delle risorse naturali e l’esproprio forzato delle terre.
L’intervento chiesto alla Corte da Pedicini, rientra , spiega l’europarlamentare, tra “le forme di contratti con cui un governo cede vaste porzioni di terra ad aziende private, a discapito delle popolazioni locali per lo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, come le estrazioni petrolifere e minerarie”.
Nel ricorso vengono evidenziate “le pratiche continuate che hanno portato alla rovina irreversibile sia dell’equilibrio naturale che della salute pubblica degli abitanti della Val d’Agri” e vengono allegati studi e ricerche realizzate in questi anni (compresi i risultati della Vis, valutazione di impatto sanitario, nei comuni di Viggiano e Grumento Nova, resi noti in questi giorni dal Cnr). L’indagine, dovrebbe stabilire se “le attività inquinanti, come le estrazioni di petrolio e gas effettuate da multinazionali petrolifere quali Eni e Total (oltre a Shell e altre), possono rientrare nell’ambito di un reato contro l’ambiente e l’umanità”.
La gravità dei reati – è scritto nel ricorso – è elevata, in quanto comporta il rischio di mettere in pericolo vite umane e l’abitabilità, l’economia, la produttività agricola, la vocazione turistica, di una notevole area della regione Basilicata. Tant’è che un’intera comunità sta cercando giustizia per l’inquinamento irreversibile della loro terra, dell’aria e dell’acqua. Nonostante l’innumerevole accumularsi di indagini della magistratura italiana e di petizioni popolari indirizzate alle autorità competenti, il governo nazionale e le sue emissioni locali hanno e stanno ancora trascurando di agire con celerità a favore dei propri cittadini.
Il Procuratore generale della Corte – è sottolineato nella parte finale del ricorso – dovrebbe aprire un’indagine, perché la Corte penale internazionale dell’Aja, secondo lo Statuto di Roma, ha l’obiettivo di combattere l’impunità e di impedire il ripetersi delle violazioni. Inoltre, perché, a seguito dei pericoli e delle minacce che compromettono gravemente molte vite umane, ad oggi nessuno è stato ritenuto responsabile di tali atti, indipendentemente da numerose richieste di intervento a livello locale e nazionale. Le istituzioni sono silenziose, ovvero intervengono quando è troppo tardi (l’ultimo incidente al Cova di Viggiano con lo sversamento di centinaia nei terreni di tonnellate di petrolio ne è la testimonianza).
In più, la Corte dell’Aja dovrebbe intervenire perché la ricerca petrolifera in aree abitate della Basilicata, invece di essere ridotta o eliminata, viene ulteriormente incoraggiata. Tanto è vero che altri impianti petroliferi sono pronti ad essere avviati nell’area Camastra Alto Sauro, con il mega progetto Tempa Rossa della Total, e con la Shell che ha richiesto un permesso al ministero dell’Ambiente per effettuare la ricerca di idrocarburi in un’ampia zona tra Campania e Basilicata adiacente alla Val d’Agri”.
Il Procuratore generale della Corte – è sottolineato nella parte finale del ricorso – dovrebbe aprire un’indagine, perché la Corte penale internazionale dell’Aja, secondo lo Statuto di Roma, ha l’obiettivo di combattere l’impunità e di impedire il ripetersi delle violazioni. Inoltre, perché, a seguito dei pericoli e delle minacce che compromettono gravemente molte vite umane, ad oggi nessuno è stato ritenuto responsabile di tali atti, indipendentemente da numerose richieste di intervento a livello locale e nazionale. Le istituzioni sono silenziose, ovvero intervengono quando è troppo tardi (l’ultimo incidente al Cova di Viggiano con lo sversamento di centinaia nei terreni di tonnellate di petrolio ne è la testimonianza).
In più, la Corte dell’Aja dovrebbe intervenire perché la ricerca petrolifera in aree abitate della Basilicata, invece di essere ridotta o eliminata, viene ulteriormente incoraggiata. Tanto è vero che altri impianti petroliferi sono pronti ad essere avviati nell’area Camastra Alto Sauro, con il mega progetto Tempa Rossa della Total, e con la Shell che ha richiesto un permesso al ministero dell’Ambiente per effettuare la ricerca di idrocarburi in un’ampia zona tra Campania e Basilicata adiacente alla Val d’Agri”.
fonte: Italia 2 TV
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