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sabato 7 marzo 2015

Se le condizioni non cambieranno saremo fottuti per il prossimo decennio



DI EUGENIO ORSO
pauperclass.myblog.it

La fortuna politica di Renzi, al quale tutto sembra andare abbastanza bene, nonostante la sostanza antisociale, depressiva e oligarchica delle sue politiche, dipende sostanzialmente da quattro fattori, senza i quali lo stesso sarebbe già stato linciato dalla popolazione (accadimento che mi riempirebbe di gioia) e chi sta al Governo brutalmente sterminato in tutta la penisola.
Quali sono questi fattori, a causa dei quali Renzi e il suo Partito regnano incontrastati per conto troika?

Presto detto. Sono i seguenti, in ordine cronologico come da esposizione:

1) Lo stato comatoso di buona parte della popolazione, ridotta in troppi casi a neoplebe ignorante, impaurita e ricattata. Viviamo nella democrazia della paura e del ricatto, sempre e comunque liberale, che però garantisce la “partecipazione popolare” nelle primarie, talora straordinaria a detta degli stessi piddini. Lo si capisce, ancor più che dai sondaggi elettorali manipolatori – per i quali il gradimento di Renzi deve esser sempre sopra il 30% e i voti virtuali al pd dal 36 al 39% – dai recenti afflussi alle primarie per le prossime elezioni regionali, come nel caso della Campania o delle Marche. A parte i soliti, miserabili trucchi per cui alcuni votano più volte in seggi diversi, se si tralasciano gli apporti, in termini di voti, di una criminalità organizzata “partner”, se si prescinde dall’afflusso degli immigrati (che poi magari non hanno diritto di voto nelle elezioni vere!) allettati da promesse che non saranno mantenute, è fuor di dubbio che gli italiani, dopo averlo preso più volte nel sedere dagli affiliati del potere finanziario, a votare alle primarie ci vanno e in numero piuttosto elevato. Chi è causa del suo mal pianga se stesso? Non è proprio così, perché non abbiamo a che fare con una comunità d’individui liberi (prima di tutto dal bisogno economico), critici, bene acculturati e in grado di decidere autonomamente, seppur sbagliando. Anni di de-emacipazione, di spazzatura mediatica, di crescita della disoccupazione e calo dei redditi, hanno “forgiato” l’elettore medio come lo vediamo oggi, cioè simile a un cerebroleso o a un ritardato mentale, che se le beve tutte e agisce contro i suoi interessi, personali e di classe (anche se la classe non c’è più, come ci raccontano …). Così, lo jobs act è una riforma che rilancia l’occupazione, la riforma della pubblica amministrazione ci consentirà di risparmiare, e via dicendo. Importante è comprendere che prima si agisce sull’uomo, nel senso trasformativo voluto, poi, tolta di mezzo l’”opposizione umana” s’interviene sui sistemi sociali ed economici. Questo è l’antefatto indispensabile, il punto principale, la condizione necessaria perché un premier poco attento ai bisogni della gente come Renzi e il suo partito alieno, sotto controllo oligarchico-finanziario possano trionfare.
2) La perdita irrimediabile di sovranità monetaria e (per conseguenza) politica. Non basta “creare l’uomo nuovo” per regnare senza contrasti. E’ necessario sottomettere lo stato e la politica di un paese. Questo è lo scopo ultimo del progetto unionista europeo, che ha una natura chiaramente elitista e antipopolare. Senza una propria moneta è piuttosto difficile che si riescano a mettere in campo politiche per la crescita del sistema produttivo nazionale e dei redditi (compresi quelli dei lavoratori e popolari). E’ proprio per questo motivo che ci è stata imposta una moneta privata e aliena, nelle mani delle élite finanziarie private. Inoltre, i governi non potranno che essere collaborazionisti degli organi sopranazionali di dominio, e quindi della classe dominate finanziaria. Scompaiono, nei fatti, i programmi politici alternativi e la sottomissione è totale. Per cambiare, per liberarsi da catene di questa portata, l’unica via sarebbe quella rivoluzionaria, armata e violenta, che spazzi via, assieme all’euro, i piddini collaborazionisti. Sarebbe …ma non è concretamente possibile, perché, come chiarito al punto 1, la popolazione è idiotizzata, rimbecillita, spompata, a capo chino e la cosiddetta “classe politica” è in grandissima parte comprata, sottomessa, avendo venduto anche il culo ai padroni delle City, di Francoforte, di Bruxelles.
3) L’incapacità di pensarsi fuori dal neocapitalismo finanziario, dalla liberaldemocrazia e dal sistema di alleanze occidentale, che procedono insieme. Si tratta di una conseguenza rilevante del punto 1 e del punto 2, che esplicano congiuntamente i loro effetti nefasti. Ciò significa che è molto improbabile la formazione, fuori dagli steccati della democrazia parlamentare assolutista, di élite alternative capaci di formulare un’alternativa integrale (addirittura di civiltà) al sistema dominante. Con altre parole, si realizza in pieno l’acronimo liberista T.I.N.A., cioè There Is No Alternatives. La popolazione è immiserita, rimbecillita e piegata, la “classe politica” è comprata, spazi alternativi quasi non ce ne sono. In questo vuoto, che implica l’assenza di reali contrasti, i favoriti sono sicuramente Renzi e il suo pd.
4) Il calo del prezzo del petrolio, il calo dello spread e dei tassi d’interesse sui Btp, il bazooka (o QE) di Draghi con iniezione di liquidità, svalutazione dell’euro rispetto al dollaro e altre condizioni apparentemente favorevoli. Si tratta di condizioni solo apparentemente favorevoli, perché non rilanceranno l’occupazione e l’economia nazionale, se non del tutto marginalmente, ma sicuramente incrementeranno le grandi rendite finanziarie, come nel caso del QE di Draghi, e le esportazioni tedesche, grazie alla svalutazione della moneta unica. La discesa dello spread, dal canto suo, è principalmente politica, perché chi manovra il differenziale Btp-Bund ha acconsentito a dare un po’ di ossigeno all’Italia torturata, pronto a rialzarlo bruscamente se si devia dalle politiche ultraliberiste dell’austerità. Il calo del prezzo del petrolio, poi, è un attacco proditorio alla Russia e, nello stesso tempo, un riflesso della lotta di alcuni produttori (senza fare nomi, Arabia Saudita) contro lo shale oil o petrolio di scisto. E’ possibile che questo concorso di cause rallenti la deflazione in atto, consenta il recupero di qualche decimale di Pil, destinato a tornare leggermente in positivo, e piccoli, insufficienti aumenti dell’occupazione, ma oltre difficilmente si andrà, perché le politiche applicate sono sempre quelle deflattive e depressive, di matrice neocapitalista ed euroserva. Ciò sarà comunque sufficiente perché Renzi il “riformista” e “rottamatore” (di diritti e sicurezze sociali) possa cantare vittoria, attribuendosene il merito assieme al pd.
In poche parole, chiariti i principali motivi della fortuna politica di Renzi e dell’ascesa del pd (stabile poco sotto il 40%!), se le condizioni non cambieranno bruscamente nei prossimi mesi, sappiamo già di essere fottuti per tutto il decennio.
Eugenio Orso

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