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lunedì 23 marzo 2015

QE di Draghi, .....ma per chi?

di Christian Marazzi
Si è parlato molto in questi giorni di quantitative easing, altrimenti detto "allentamento quantitativo", ossia quella misura di creazione e iniezione di 60 miliardi di Euro al mese per i prossimi 19 mesi da parte della Bce.
Scopo di questa misura di politica monetaria non-convenzionale è quello di combattere il rischio di deflazione, sperando nel medesimo tempo di riaccendere il motore della crescita in Europa. Affinché questa strategia abbia qualche possibilità di successo è però indispensabile che la liquidità così creata arrivi nelle mani dei consumatori e delle imprese, così da poter rilanciare la domanda, sia di beni di consumo che di beni investimento.
Secondo alcuni economisti, questo programma della Bce rischia non solo di mancare il bersaglio, ma anche di aggravare le disuguaglianze che in questi anni di crisi si sono decisamente ampliate. Si parla di probabile "effetto Piketty" appunto per indicare, sulla base di quanto già successo in Inghilterra o negli Stati Uniti, l'aumento della ricchezza patrimoniale dell'1% della popolazione più ricca derivante dall'aumento dei valori dei titoli borsistici indotto da questa stessa creazione di liquidità. E con tassi di interesse prossimi allo zero e rendimenti addirittura negativi sui buoni del Tesoro, un'ulteriore e massiccia iniezione di liquidità non servirà a tirare l'economia europea fuori dalla stagnazione.

Di fronte al rischio reale che la liquidità così creata vada a inondare i circuiti finanziari, senza sgocciolare nell'economia reale - se non nella forma di una pericolosa bolla immobiliare - alcuni economisti propongono di utilizzare direttamente questa quantità di denaro per investimenti in infrastrutture pubbliche e/o per distribuire a ciascun cittadino europeo qualcosa come 175 Euro al mese per 19 mesi.
Grazie a questo aumento del reddito disponibile, i cittadini europei potrebbero diminuire i propri debiti o aumentare i consumi. In entrambi i casi, questa misura alternativa di quantitative easing ("QE for the people") porterebbe direttamente ad un aumento dell'occupazione e del consumo.
Inutile dire che tale proposta è destinata ad essere ignorata dalle autorità monetarie europee, più propense ad assecondare i mercati finanziari che non i bisogni della popolazione. Si dirà ad esempio che in tal modo si mischiano due cose distinte, la politica monetaria e la politica fiscale.
Ma dato che la politica monetaria ha dato prova di non funzionare proprio perché non è in grado di stimolare la politica fiscale, perché non tentare nuove vie? Sarebbe un modo di trasformare il QE in IQ.

1 commento:

Unknown ha detto...

GLI EFFETTI DEL QUANTITATIVE EASING
Draghi, il salvatore dell'Europa. Il QE, farà ripartire l'economia dell'Eurozona. Le tv ed i giornali a grandi titoli strillano che la Borsa vola, i mercati festeggiano, le economie balzeranno in avanti verso la crescita.
Siamo proprio sicuri che questo è l'effetto che riceveremo?
Siamo sicuri che l'economia riprenderà a crescere?
Facciamo una seria analisi di economia.
Oggi l'Italia ha un debito di 2130 miliardi di euro.
Oggi l'Italia in un anno estingue 200 miliardi di BTP di debito ed emette 250 miliardi di BTP di nuovo debito.
Dal QE in Italia in due anni dei 1.000 miliardi che saranno stampati, arriveranno circa 140 miliardi. In pratica non basteranno ad abbattere l'estinzione di un solo anno di BTP.
A questo punto risparmieremo su 140 miliardi avendoli ad interesse zero, interessi rispetto a quello di prima dello spread pauroso, 5,6 miliardi.
Per ottenere la restante somma di 90 miliardi, dovremo pagare interessi per il 3/4% ai privati o Banche per una cifra di 3,6 miliardi. Resterà disponibile la differenza di soli 2 miliardi. Rispetto al PIL è lo 0,000 etc.
Questa è la prima fase.
Guardiamo ora a chi andranno questi 140 miliardi.
Le Banche che hanno in pancia 140 miliardi di BTP, avranno dalla BCE 140 miliardi di carta senza valore reale, che solo nel momento in cui li scambieranno con i BTP titoli di debito reale, sì "invereranno", cioé diventeranno reali in quanto contropartita di un titolo di debito reale. A questo punto cosa faranno di questo denaro?
Rimpingueranno le loro casse per rimettere a posto le scarse riserve relative alle emissioni di denaro effettuate nel tempo, ristabiliranno i loro bilanci negativi e daranno prestiti solo a coloro che hanno i soldi. A persone dove il rischio insolvenza è quasi vicino allo zero. Non certamente aiuteranno tutte quelle imprese e sono tante che con questa crisi hanno chiuso o sono prossime alle chiusure. Non daranno soldi a tutte quelle aziende che nel frattempo sono passate in rosso e finite sulla Black List. Così questi soldi non faranno partire nessun sviluppo reale, ma sarà una valida scusa per la BCE e quindi tutti i soci privati di questa, di emettere soldi di un valore intrinseco di 2,5 miliardi di euro ed impossessarsi di euro 1.000 miliardi di Debiti reali delle Nazioni tra cui l'Italia.