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martedì 4 marzo 2014

Renzi è là solo in chiave anti Movimento 5 Stelle


DI ALDO GIANNULI
aldogiannuli.it

...Non credo che il suo governo possa durare a lungo, ma il piano potrebbe essere diverso da quello dichiarato di durare. Immaginiamo questo scenario:

a- Renzi fa rapidamente alcune cose di facile consenso del tipo sbattere fuori i consiglieri di Stato-consulenti strapagati (bisogna riconoscere che è una idea ottima, perché questa cosa è uno scandalo), distribuisce in due mesi un po’ di soldi alle aziende creditrici della Pa, tassa qualche titolo finanziario speculativo e alleggerisce le tasse sul lavoro. Ribadisce il suo forte tasso di informalità: tutto mirato solo a riassorbire almeno parte della protesta ora andata al M5s (quel che basta a portarlo al fatidico 37%)


b- Nello stesso tempo, vara questo orrore di legge elettorale che gli assicurerebbe la maggioranza assoluta alla Camera


c- Poi va al Senato dove, presumibilmente, la sua proposta di abrogazione viene bocciata con un voto bulgaro. E questa sarebbe la vera mossa calcolata, che spiegherebbe anche la “provocazione dadaista” di qualche giorno fa, fatta proprio per spingere i senatori a votargli contro. A quel punto monta l’indignazione contro la Casata che, come al solito, non vuole rinunciare a nulla e lui cavalca l’ondata di protesta, dimettendosi ed imponendo nuove elezioni, dove ci va come “quello che stava facendo le cose giuste ed è stato bloccato dai soliti politici”. Beninteso: con liste tutte di amici suoi e dopo aver massacrato bersaniani, cuperliani, civatiani, lettiani, dalemiani ed ogni qual si voglia oppositore. Alla Camera avrebbe ottime probabilità di farcela, al Senato probabilmente non avrebbe la maggioranza assoluta dei seggi (lì si dovrebbe votare con il proporzionale) ma il clamoroso successo alla Camera lo metterebbe in condizioni di forza tali da domare anche la riottosa assemblea di Palazzo Madama: magari sciogliendo quella sola e ripetendo le elezioni all’insegna della “governabilità”, magari con una legge elettorale ad hoc.

A quel punto avrebbe tagliato le unghie agli oppositori interni, disporrebbe di una maggioranza solida alla Camera, metterebbe il Senato in ginocchio e sarebbe anche in grado di imporre le dimissioni a Napolitano ed eleggere un nuovo Presidente di suo gradimento. E forse sarebbe anche in grado di operare una radicale riforma Costituzionale.

A quel punto inizierebbe il vero governo Renzi di cui, questo attuale, è solo un modesto battistrada, con una sola vera operazione politica da fare: le nomine negli enti pubblici da inzeppare di fedelissimi.

E se le cose andassero davvero così, saremmo davvero al regime.

Aldo Giannuli
Fonte:  www.aldogiannuli.it

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