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mercoledì 12 marzo 2014

Berlusconi a piede libero da 221 giorni


Rossella Guadagnini

Silvio Berlusconi ovvero delle condanne e delle pene. Il leader di Forza Italia è a piede libero da 221 giorni alla data del 10 marzo 2014. E’ stato condannato, infatti, a 4 anni per frode fiscale nella sentenza del processo Mediaset, emessa dalla sezione feriale della Corte di Cassazione il primo agosto del 2013. Tre dei quattro anni sono cancellati per via della legge sull’indulto (del 2006); rimane un anno di pena residua, che può essere ridotto ulteriormente. Nel caso dei benefici della buona condotta, infatti, SB avrebbe da scontare soltanto 9 mesi e mezzo.
Ora per lui è scattata l’ora x del conto alla rovescia: tra un mese esatto, il 10 aprile prossimo, il Tribunale di Sorveglianza di Milano deciderà se assegnarlo o meno ai servizi sociali, come da lui richiesto.
1) SB non gode della condizionale, che vale solo per le condanne fino a due anni.
2) SB non va in carcere perché ha 77 anni (è nato il 29 settembre 1936): oltre i 75 anni non c’è più detenzione in carcere, ma solo detenzione domiciliare.

3) i legali di SB hanno depositato alla Procura di Milano l’11 ottobre 2013 la richiesta di scontare la pena residua di un anno “in affidamento ai servizi sociali”. Si tratta di una «misura alternativa» che prevede che il condannato resti libero, impiegando alcune ore alla settimana in lavori socialmente utili. In genere si valuta se le proposte presentate dai difensori siano compatibili con la pena comminata e la situazione generale del condannato. Se non concessa questa misura alternativa, per lui rimangono gli arresti domiciliari.
4) SB, intanto, ha trasferito la sua residenza a Palazzo Grazioli a Roma, nell’autunno scorso, dove ritiene di poter proseguire meglio la propria attività politica. Anche la sua fidanzata, Francesca Pascale, ha trasferito là la propria residenza.
5) Il 17 dicembre 2013 è intervenuta la Svuotacarceri della Severino: ma SB non gode dei 5 mesi in meno perché, comunque, usufruirebbe di misure alternative (servizi sociali o arresti domiciliari che siano) e pertanto non sarebbe detenuto.
6) SB deve aspettare ora che il giudice di sorveglianza lo chiami, non può fare altro. Secondo gli esperti di diritto, è normale che passi tutto questo tempo tra la sentenza e la sua applicazione, in quanto c’è una lunga fila di condannati in attesa di esecuzione della sentenza e si segue l’ordine cronologico. Il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Pasquale Nobile De Santis, e il giudice Beatrice Costi hanno fissato per il 10 aprile la data per l’incontro.
7) SB sarà ammesso ai servizi sociali se darà segno di ravvedimento e accettazione della decisione della Cassazione: in questo caso si stabiliscono le modalità di esecuzione della sentenza. Se non sarà ammesso, per lui rimarrà l’ultima spiaggia dei domiciliari, ma in questo caso non sono possibili infrazioni: per esempio non può uscire o ricevere persone che non sono ammesse.
8 ) SB ha ancora due possibilità: la revisione del processo con nuove prove da presentare ai giudici. Nel novembre scorso, prima della sua decadenza da senatore del 27/11, aveva annunciato di aver raccolto «12 testimonianze, di cui sette nuove», sulla base delle quali chiedere la revisione del processo Mediaset.
9) SB, inoltre, ha presentato, nel settembre 2013, un ricorso di 33 pagine contro la legge Severino, entrata in vigore nel 2012, alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, ricorso su cui i giudici di Strasburgo devono pronunciarsi. In esso si sostiene che tale normativa introduce sanzioni di tipo penale che non possono essere applicate in modo retroattivo; ossia che chi commette un reato deve sapere esattamente a quali conseguenze va incontro e non può essere colpito con sanzioni che non erano previste quando ha commesso il reato. Ossia non può essere colpito con la decadenza da senatore: nel caso i giudici di Strasburgo accolgano il suo ricorso, sarà il Senato a dover successivamente decidere sul suo eventuale reintegro alla carica parlamentare.
10) Quanto alla pena accessoria dei 2 anni di interdizione dai pubblici uffici comminatagli dai giudici di Milano, ci vuole tempo. SB ha fatto ricorso in Cassazione e, dunque, occorre attendere la sua pronuncia. Se ne occuperà una delle sezioni di competenza, probabilmente la III, nel corso del 2014.
Ma il suo vero problema sarebbe una seconda condanna, che potrebbe arrivargli dal Ruby Uno, già in fase avanzata. Berlusconi ha fatto ricorso in seguito alla sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale di Milano il 24 giugno 2013, secondo cui è stato condannato a sette anni per i reati di prostituzione minorile e concussione (per costrizione), nonché all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre al pagamento delle spese processuali. L’appello del Ruby Uno potrebbe essere fissato per la tarda primavera e concludersi prima dell’estate, in poche udienze.
In caso di ulteriore condanna superiore a due anni, Berlusconi perderebbe i benefici dell’indulto goduti per sentenza Mediaset e ci sarebbe il cumulo con la nuova pena. In tal caso sarebbe assai difficile per lui evitare il carcere. Tranne che non giunga una nuova norma che, anche per reati gravi come i suoi, escluda definitivamente la galera per gli over 75enni. “La mafia dei giudici decide su di me” ha detto il leader di Forza Italia nei giorni scorsi. Chissà che dirà – e farà – da qui a un mese.

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