Nonostante quello che vorrebbe far passare certa stampa mainstream le Pensioni nel 2019 si adegueranno all’inflazione e cresceranno, in modo decrescente al crescere dell’importo delle pensioni pagate. Grazie a Money.it possiamo proporvi una tabella nella quale sono raccolti gli aumenti:
- Importi fino a 3 volte il minimo, cioè fino a 1.539,0,6 euro la rivalutazione sarà al tasso di riferimento del 1,1%;
- importo superiore a 3 volte, ma inferiore a 4 volte (2.052,04€): 97% del tasso di riferimento, ossia 1,067%;
- importo superiore a 4 volte, ma inferiore a 5 volte (2.565,05€): 77% del tasso di riferimento, ossia allo 0,847%;
- importo superiore a 5 volte ma inferiore a 6 volte (3.078,06€): 52% del tasso di riferimento, ossia lo 0,572%;
- importo superiore a 6 volte ma inferiore a 8 volte (4.104,08€): 47% del tasso di riferimento, ossia lo 0,517%;
- importo superiore a 8 volte ma inferiore a 9 volte (4.617,09€): 45% del tasso di riferimento, ossia lo 0,495% per il 2019;
importo superiore a 9 volte il trattamento minimo: 40% del tasso di riferimento, lo 0,44%.
importo superiore a 9 volte il trattamento minimo: 40% del tasso di riferimento, lo 0,44%.
Facciamo qualche esempio pratico, sulla base delle pensioni lorde:
una pensione da 1000 euro passerà a 1011 euro
una pensione da 1200 euro passera a 1213,3 euro;
una pensione da 1500 euro passerà a 1516,5;
una pensione dal 2000 euro passerà a 2021,34 euro.
Sono aggiustamenti minimi, ma ricordiamo che la rivalutazione delle pensioni oltre i 1400 euro era stata bloccata dal 2012 (Governo Monti) e dopo era stata concessa in modo parziale e forfettaria per una sentenza della Corte Costituzionale. Certo, la perequazione è molto bassa, ma così è anche l’inflazione. Era necessario uno sforzo superiore? Comunque le Pensioni sono l’elemento di spesa più contrastato in sede europea, molto più del reddito di cittadinanza che, paradossalmente, può essere assimilato ad una serie di strumenti già esistenti in altri paesi.
fonte: Scenari Economici
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