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martedì 23 ottobre 2018

Ora la Sfida Italiana diventa la Sfida dei Popoli Europei alla Tecnocrazia Finanziaria

di Vincenzo Cirigliano

Il dibattito che tiene banco in questi giorni nel panorama mediatico italiano ed anche, di riflesso, tra i comuni cittadini è certamente quello che è legato allo Spread e al dilemma se il Debito Pubblico Italiano è più o meno sostenibile. Un dibattito importante che registra la divisione dell'Opinione pubblica Nazionale oltre che quella degli Economisti di spicco. Di questi una parte sostiene una sana Austerità, come quella sino ad ora imposta dalla U.E, volta a controllare il trend del Debito in relazione al PIL, così come evidenziato nel Trattato di Maastricht (quella "Costituzione Europea" confermata nel Trattato di Lisbona che stranamente non parla mai di cittadini ma solo di mercati), l'altra parte che sostiene la necessità di agire sull'aumento del Prodotto Interno Lordo attraverso l'aumento della Spesa Pubblica che indirettamente rilancia la Crescita e migliora i fondamentali economici




I dati che sino ad ora ci sono stati consegnati sono in particolare quelli inerenti lo Stato Ellenico, la nostra amata Grecia, dove nonostante l'intervento della Trojka (BCE, FMI, Commissione Europea) che ha messo in piedi un draconiano piano di austerità, il Rapporto Debito/Pil è passato dall'originario 130% all'attuale 180% di oggi, sullo sfondo delle voci di giubilo Europee che si vantano di aver portato questo grande paese fuori dalla Crisi. Qualcosa certamente non torna nel ragionamento o c'è qualcosa in questo ragionamento che viene nascosto all'opinione pubblica.



Se andiamo a vedere il documento della Banca d’Italia “Finanza Pubblica: fabbisogno e debito” , possiamo leggere a Pagina 12 (Tabella 8) questa interessante tabella:




Screenshot di un documento della Banca d'Italia

Questa tabella ci fa vedere qual'è l'ammontare del Debito Pubblico Italiano che oggi è in mano agli Italiani e l'ammontare invece del Debito detenuto da entità straniere. Il primo, quello detenuto dai cittadini Italiani, sostanzialmente è una partita di giro in quanto a fronte di un credito fatto dai cittadini al proprio Stato si contrappone una elargizione di risorse dallo Stato ai cittadini rappresentata da servizi e welfare. Discorso parecchio diverso è da fare relativamente al debito detenuto da Istituzioni Estere. Un pò in pratica come una famiglia che da un lato è indebitata con familiari disponibili a concedere ampi margini discrezionali per la restituzione e dall'altro lato è indebitata con la Banca che pretende a scadenza la restituzione del credito, pena sanzioni parecchio penalizzanti.


Carlo Azeglio Ciampi ben descrive la differenza tra i debiti verso creditori esteri e dunque non residenti e i debiti nei confronti dei residenti. Questa una sua appropriata spiegazione.




Screenshot all'intervista presente sul sito del Sole24Ore

Infatti ben diverso è il modo in cui andranno trattati i debiti verso l'estero di uno Stato, che si configurano, nel caso non vengono onorati, come un ingente danno arrecato a queste Istituzioni e al loro Stato d'appartenenza, in quanto avviene di fatto una esportazione di povertà e disagio da uno Stato all'altro, un atto della massima gravità nei rapporti internazionali tra Nazioni. Un evento del genere, chiaramente porta ad una conseguente perdita di fiducia degli investitori internazionali nei confronti di quello Stato che si pone in queste spiacevoli situazioni.

Una volta acquisiti questi concetti ed in particolare quanto sia più importante l'importanza del debito con l'estero rispetto al debito dei residenti, vediamo quali sono le caratteristiche che un Paese deve avere per essere considerato affidabile dai propri interlocutori ed investitori. Una caratteristica importante potrebbe essere il Patrimonio dello Stato debitore, ma questo non è detto che possa rientrare negli interessi dei paesi Creditori, magari poco attratti dagli asset patrimoniali localizzati sul territorio dello Stato Debitore. Molto più apprezzato è invece l'entità delle riserve in oro ed in valuta estera che sono nella disponibilità della Banca Centrale Nazionale, nel caso dell'Italia, queste ultime, ammontano a circa 120 Miliardi a fronte di un debito verso i non residenti di 700 Miliardi. Determinante sicuramente è l'avere una bilancia commerciale con un forte attivo il cui andamento per l'Italia è ben  rappresentato nella tabella che segue, fornita dal Ministero dello Sviluppo Economico


Screenshot del documento del Ministero dello Sviluppo Economico

Analizzando questa tabella possiamo facilmente osservare come la nostra Bilancia Commerciale fino al 2011 registrava un forte passivo, indicatore di un Paese che consumava più di quanto riuscisse a produrre. Tutto ciò aggravato da un rilevante Debito Pubblico con l'Estero. Questo era indice di una nostra carente solvibilità, ossia una incapacità di far fronte ad impegni economici con gli investitori/creditori esteri, che chiaramente facevano pagare questo handicap economico, con consistenti interessi sui loro impegni economici, facendo divenire sempre più insostenibile il Debito per le tasche dei cittadini. Dal 2011 questa tendenza si inverte a fronte di un aumento incredibile della disoccupazione, un tracollo del Pil ed un relativo aumento esponenziale del Rapporto Debito/Pil innescato da un regime di austerità che ci hanno imposto le maglie sempre più strette dei Trattati Europei. Ma soprattutto a fronte di un grave e progressivo impoverimento della popolazione Italiana, in cui tantissimi Imprenditori, a causa di una devastante tassazione, sono stati costretti a chiudere o delocalizzare, con un conseguente aumento della disoccupazione ed un calo esponenziale e conseguente del Pil. 

La sfida che attende quindi questo Governo, è quella di non peggiorare la situazione con tanto sacrificio conseguita dalla nostra bilancia commerciale, innescando contemporaneamente un miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini Italiani ed un netto miglioramento della condizione del nostro tessuto produttivo. La manovra economica racchiusa nel DEF sicuramente assolve in pieno a questi obiettivi: il Reddito di Cittadinanza ridarà vita a chi sino ad ora era stato calpestato senza pietà dalle politiche di austerity e con la Riforma della Legge Fornero, nel contempo, restituirà un pò di giustizia in un mondo del lavoro che qualcuno aveva avuto l'infelice idea di legare ad un assurdo parametro quale quello "sull'aspettativa di vita"; con la Flat tax che specificatamente in questa prima Bozza, ridarà respiro agli imprenditori, martoriati dalle politiche fiscali degli ultimi anni, parallelamente ad altri provvedimenti, quali la diminuzione delle tassazione degli utili reinvestiti, prima al 24% ora al 15% ;  con la pace fiscale si ridara' respiro agli imprenditori meritevoli per potersi riallineare tre le strette maglie del fisco Italiano.




A questi provvedimenti ci auguriamo che a breve possano affiancarsi altre iniziative determinanti per consolidare la crescita e ridare capacità di innovazione alle nostre aziende, per meglio riposizionarsi sui mercati internazionali, in primis l'Istituzione di una Banca pubblica per gli Investimenti che avrà una propensione naturale verso il sostegno per l'innovazione produttiva rivolta esclusivamente al nostro tessuto Imprenditoriale. Una Banca Pubblica che assumerà un ruolo strategico anche come canale privilegiato di interlocuzione economica con BCE per consentire all'Italia di approvvigionarsi di liquidità togliendosi dalla spirale devastante degli interessi, alimentati dal Sistema Bancario Privato attraverso il meccanismo perverso delle aste Marginali adottati dal nostro Paese, che ci costringono a finanziarci con costi elevatissimi e che ci espongono sempre di più al rischio Spread (Esempio: se una emissione per 100 miliardi di Euro di BTP viene soddisfatta al tasso 5% per 97 Mld, ma per i restanti residui 3 Mld a 5,5%, tutti e 100 miliardi vengono assegnati alla fine allo stesso tasso del 5,5%!). Ma ancor più importante sarà spostare il canale di finanziamento dello Stato dai normali Btp, che stuzzicano inevitabili fenomeni speculativi, ai Bot e CCT da offrire ad interessi appetibili, non tanto agli investitori internazionali, ma all'enorme mole del Risparmio Privato Italiano, che con i suoi 4400 Miliardi si colloca tra i più elevati al mondo, secondo solo al Giappone, un'operazione questa che ci potrebbe mettere in condizione addirittura di riacquistare tutto il Debito Pubblico Italiano detenuto da investitori Esteri, diventando inattaccabili, come Paese, dalla grande Finanza Speculativa. Non per ultimo, come ben spiega Alberto Micalizzi, nel caso in cui le Agenzie di Rating continuino a declassare il nostro Paese, nella difficoltà che questo comporterebbe nella vendita dei Titoli di Stato, sarebbe il caso di introdurre delle clausole sui Btp per prevedere il pagamento degli stessi anche con i CCF (Certificati di Credito Fiscali), dopo, naturalmente, averli dovutamente introdotti, come strumento di scambio, all'interno del circuito Economico.

Da Bruxelles, sul DEF che in questi giorni il Governo Italiano sta presentando agli Organismi dell'Unione, il vento che tira sicuramente non è un vento amico, lo dimostra la bocciatura avvenuta del Def Italiano appena pervenuta, ma pervaso da una ostilità figlia di un estremo tentativo di una classe elitaria di salvare uno status di privilegio e di potere che per anni si è retto sul controllo degli Stati, attuato non con guerre, ma con il potere gestionale sulle leve finanziarie, sostenuto da tutto un sistema nato in questa ottica. Un Sistema costituito da una Banca Centrale Europea che di fatto è un soggetto Privato che presta soldi, stampando Moneta dal nulla con congrui interessi, agli Stati che sono invece enti Pubblici ( a tal proposito andare a vedere chi sono gli azionisti di Banca d'Italia S.P.A che con altre Banche Centrali Europee controllano BCE), dall'ESM o Fondo Salva Stati, apparentemente nato per sostenere Stati dell'Unione in Difficoltà ma che è, nella realtà, uno strumento di ricatto studiato per far cedere i residui di Sovranità agli Stati Europei (Grecia Docet) e, infine, da una Miriade di accordi e Trattati che mirano a spostare la ricchezza dal 99% all'1% della popolazione, quest'ultima costituita per l'appunto dalla tecnocrazia Bancaria e Finanziaria Europea, ben rappresentata all'interno dell'U.E.

La Sfida del Governo Italiano si pone quindi come l'ultimo tentativo per cercare di ridare dignità e potere a tutto quel Popolo Europeo che rischia di alienarsi nel contesto economico e sociale di un Continente pericolosamente proteso ad ossequiare una Minoranza che pretende di devastare l'essenza della Democrazia e del Diritto che dovrebbero appartenere ai popoli e soprattutto alla Maggioranza dei cittadini.

Dietro l'angolo c'è una guerra in atto, una guerra che nei prossimi giorni emergerà con sempre più fragore, è la guerra che tutto quel 99% della popolazione Europea dovrebbe far sua e sostenere con forza. Una Guerra che nessuno si potrà permettere di perdere.

Il Libanese Khalil Gibran diceva “Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l'altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l'altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola.” Ma su quella nuvola almeno, anche solo per un attimo,  immaginiamo di esserci....tutti! Tutti noi popoli europei. 


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