Secondo il calendario dei report emesso mesi fa da Moody’s, il prossimo 7 Settembre l’agenzia di rating avrebbe dovuto rendere noto il proprio giudizio sull’Italia e invece, con un comunicato straordinario appena uscito, l’agenzia ha deciso di “prolungare il periodo di revisione iniziato il 25 Maggio per il downgrade dell’Italia dal livello attuale di Baa2 al fine di avere una migliore visibilità sulla direzione politica che prenderà il Paese”.
Viene detto che l’agenzia aspetterà il 27 Settembre, quando il Governo italiano presenterà al Parlamento le modifiche al DEF (Documento di Economia e Finanza), ed il 15 Ottobre, data di presentazione del budget economico per il 2019 all’UE.
LE RICHIESTE DI MOODY’S
Dunque, con un tono manifestamente minaccioso l’agenzia ha deciso di prendersi tutto il tempo necessario per premere il grilletto. Nello stesso comunicato, infatti, non manca la menzione specifica di ciò che l’esecutivo deve o non deve fare per evitare il taglio del rating. Tre, in particolare, i moniti espressi dall’agenzia:
Preoccupazione per qualsiasi manovra che provochi deficit pubblico;
Rischi gravi derivanti da eventuali tentativi di rivedere il piano di “riforme strutturali”;
Monito esplicito a non toccare la riforma Fornero e il Job Act.
Dunque, il messaggio è cristallino: il Programma di Governo non si può attuare. Se il Governo decidesse di attuarlo, il taglio del rating sarebbe certo ed una tempesta finanziaria si abbatterebbe sulla nostra economia.
Ricordiamo che un ulteriore taglio del rating potrebbe portare l’Italia nell’area spazzatura, dalla quale siamo separati solo da un “gradino”, con il risultato che i BTP non sarebbero più accettabili dalla BCE e dalle altre banche dell’Eurozona come garanzia per i finanziamenti. Una situazione, dunque, che ci assimilerebbe in tutto e per tutto alla Grecia di oggi!
Dunque, ci siamo, il campo di battaglia è ben delineato, le forze in campo sono schierate e del tutto manifeste sono le intenzioni delle due parti, quanto meno quelle ufficiali. Siamo arrivati al punto nodale.
Lo studio di anni del comportamento e delle logiche che guidano le agenzie di rating, l’esperienza diretta sul campo che ho maturato nella City di Londra ed il ruolo attivo che ho avuto nello studio dei fatti relativi al noto processo di Trani mi portano a formulare una sola raccomandazione: occorre preparare il Paese ad affrontare lo scontro.
Oggi non si possono affrontare questioni strutturali relative al sistema europeo in quanto non c’è il tempo e lo faremmo con la pistola puntata alla testa. Quindi, occorre guadagnare tempo attuando subito quello che si può fare per dare immediato ossigeno all’economia e portarci fuori dal raggio di tiro della speculazione finanziaria e della agenzie di rating in primis.
Non appena il taglio del rating sarà reso noto le principali banche d’affari venderanno massicciamente i BTP anche attraverso operazioni allo scoperto, mentre l’Eurosistema e la BCE chiuderanno i rubinetti. Questo scatenerà il tiro al bersaglio, nel quale i media main-stream si inseriranno addossando la responsabilità della tempesta finanziaria al Governo così da promuovere una coalizione di “responsabilità nazionale” raccattata dalle macerie del PD e di FI con l’atteso aiuto del Quirinale. Il tutto potrebbe scatenarsi in pochi giorni e per questo occorre essere preparati.
LE MOSSE PER DIFENDERCI
Le mosse preventive da attuare sono poche ma vanno intraprese con decisione, a qualunque costo, dando così anche un messaggio forte ai mercati. In breve, questa la sintesi delle cose da fare subito (ho fornito i dettagli di questo piano in un video: “Il Whatever it takes italiano”, Byoblu).
1) Emettere una nuova categoria di BTP riservata ai soli soggetti residenti, con una cedola attorno al 2,5-3%, ed il cui rimborso possa anche avvenire tramite crediti fiscali che successivamente diventino moneta di scambio domestica complementare all’Euro.
2) Attivare la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) come banca pubblica, che sottoscriva gli eventuali BTP non collocati, garantisca le erogazioni di credito alle imprese e supporti gli investimenti pubblici espansivi che sono già parte integrante del Programma di Governo.
3) Revoca della vendita allo scoperto e del prestito titoli sui BTP al fine di diminuire le pressioni speculative sui rendimenti.
4) Recesso unilaterale dai contratti derivati da parte del Tesoro, al fine di limitare perdite derivanti dal mark-to-market legato ai tassi, manovra inedita nel panorama internazionale.
5) Affidamento alla CDP del ruolo di fissazione dei tassi ufficiali Euribor al fine di evitare la manipolazione sui tassi interbancari.
Ci sono poi altre azioni complementari da intraprendere, ma queste appena elencate forniscono una base organica di lavoro. Il messaggio inviato è chiaro: se ci attaccate faremo terra bruciata e ci sganceremo dall’Eurosistema.
Mi rivolgo ai membri del Governo ed ai leader della relativa coalizione. Lo scontro è inevitabile e se tentaste di scansarlo paghereste un prezzo altissimo in termini di consenso elettorale. Milioni di italiani vi hanno votato consapevoli che non sarebbe stata una passeggiata, avendo ormai acquisito contezza del ricatto dei mercati. Quindi, non esitate e non tradite la fiducia che vi è stata accordata.
Il Paese è nelle condizioni di affrontare lo scontro e può farlo a diversi livelli e con diverse armi. Personalmente, mi sono espresso più volte a favore di una strategia ponderata, fatta di un mix di mosse e contro-mosse il cui scopo è sfiancare il nemico piuttosto che affrontarlo in una battaglia campale. Ma occorre muoversi d’anticipo, con azioni a sorpresa che i mercati non si aspettano e, soprattutto, con decisione, “a qualunque costo”.
Se riusciremo a fare breccia nel muro del ricatto dei mercati avremo tracciato la via per altri Paesi ed altri popoli ed avremo restituito all’italia il rango che merita tra le principali potenze mondiali.
E’ il momento di tirare fuori il CORAGGIO.
fonte: Blog A.Micalizzi
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