Intervista a Rino Formica. L'ex ministro socialista: "Grave crisi politica"
Se fosse per lui la seconda Repubblica si sarebbe chiusa da un pezzo. Non che abbia nostalgia della prima, di cui è stato uno dei protagonisti. Semplicemente vorrebbe un sistema politico democratico, in cui i partiti rappresentassero gli elettori e in cui i «nominati» non varcassero la soglia del Palazzo. Rino Formica, 87 anni, socialista e più volte ministro, boccia il patto del Nazareno, «smaschera» Renzi e Berlusconi e non rinuncia alla speranza che siano i cittadini a rimettere le cose per il verso giusto.
Onorevole Formica, Sergio Mattarella ha la strada spianata per il Quirinale. Tuttavia anche gli altri candidati al Colle vengono tutti dalla Prima Repubblica. Una rivincita?
«Sta finendo una stagione. Credo che sarà l’ultima volta che un presidente della Repubblica verrà eletto in questo sistema politico e con questo metodo».
Onorevole Formica, Sergio Mattarella ha la strada spianata per il Quirinale. Tuttavia anche gli altri candidati al Colle vengono tutti dalla Prima Repubblica. Una rivincita?
«Sta finendo una stagione. Credo che sarà l’ultima volta che un presidente della Repubblica verrà eletto in questo sistema politico e con questo metodo».
Non condivide le scelte dei partiti?
«C’è una clandestinità delle decisioni, un segno evidente della crisi di sistema che stiamo vivendo e che è irreversibile. Forse per questo le vecchie figure sono più presentabili delle nuove, che poi nemmeno ci sono».
È mancato il confronto politico nella partita per il Quirinale?
«Mi chiedo: possibile che il leader di un partito che ha il 45% del collegio elettorale non sia in grado di esprimere per tempo il suo candidato e sia costretto anche a specificare ai suoi che c’è Mattarella e nessun altro? Anzi, a quanto mi raccontano, Renzi avrebbe detto ai parlamentari del Pd "se salta Mattarella c’è solo Cantone". Una minaccia. Ha proposto proprio Cantone, un giustiziere, un colonnello in borghese».
Berlusconi ha sbagliato a fidarsi di Renzi?
«Berlusconi non è più un personaggio politico, è un sopravvissuto a se stesso. Ormai è un problema umano».
Eppure nel centrodestra i voti continua a prenderli sempre Berlusconi. Conterà qualcosa o no?
«Sì ma il Parlamento è un collegio di nominati impauriti dall’idea di perdere il posto. Voterebbero qualsiasi cosa pur di restare dentro».
Reggerà il patto del Nazareno?
«Non è un patto politico, è un accordo tra due mercanti. Fin dall’inizio è stata un’intesa tra inadempienti».
Renzi ha prima «usato» Berlusconi contro la minoranza Pd per approvare l’Italicum, poi ha usato la minoranza Pd per imporre Mattarella a Berlusconi. Un capolavoro politico?
«Renzi sa che lavora con un materiale disgregato e da biscazziere qual è punta una volta sull’uno una volta sull’altro. Ha ascari sia a destra sia a sinistra. È un gioco facile perché trova sempre una banda che può reclutare al posto di un’altra. Il Parlamento è pieno di ascari».
Questo quadro politico la diverte o la deprime?
«Ho molta fiducia nella ribellione popolare. Questo è un gioco che può durare ancora poco. È una giostra politica che non diverte più i cittadini che sanno che possono riceverne soltanto danni. I comitati per Magalli al Quirinale sono il segno di una crisi profonda».
Come se ne può uscire?
«Ci sarà la sollevazione popolare. Qui si sta scherzando con il fuoco. Tra l’altro la legge maggioritaria aiuterà l’indignazione dei cittadini, una forza che apparirà presto e travolgerà tutti».
Alberto Di Majo
«C’è una clandestinità delle decisioni, un segno evidente della crisi di sistema che stiamo vivendo e che è irreversibile. Forse per questo le vecchie figure sono più presentabili delle nuove, che poi nemmeno ci sono».
È mancato il confronto politico nella partita per il Quirinale?
«Mi chiedo: possibile che il leader di un partito che ha il 45% del collegio elettorale non sia in grado di esprimere per tempo il suo candidato e sia costretto anche a specificare ai suoi che c’è Mattarella e nessun altro? Anzi, a quanto mi raccontano, Renzi avrebbe detto ai parlamentari del Pd "se salta Mattarella c’è solo Cantone". Una minaccia. Ha proposto proprio Cantone, un giustiziere, un colonnello in borghese».
Berlusconi ha sbagliato a fidarsi di Renzi?
«Berlusconi non è più un personaggio politico, è un sopravvissuto a se stesso. Ormai è un problema umano».
Eppure nel centrodestra i voti continua a prenderli sempre Berlusconi. Conterà qualcosa o no?
«Sì ma il Parlamento è un collegio di nominati impauriti dall’idea di perdere il posto. Voterebbero qualsiasi cosa pur di restare dentro».
Reggerà il patto del Nazareno?
«Non è un patto politico, è un accordo tra due mercanti. Fin dall’inizio è stata un’intesa tra inadempienti».
Renzi ha prima «usato» Berlusconi contro la minoranza Pd per approvare l’Italicum, poi ha usato la minoranza Pd per imporre Mattarella a Berlusconi. Un capolavoro politico?
«Renzi sa che lavora con un materiale disgregato e da biscazziere qual è punta una volta sull’uno una volta sull’altro. Ha ascari sia a destra sia a sinistra. È un gioco facile perché trova sempre una banda che può reclutare al posto di un’altra. Il Parlamento è pieno di ascari».
Questo quadro politico la diverte o la deprime?
«Ho molta fiducia nella ribellione popolare. Questo è un gioco che può durare ancora poco. È una giostra politica che non diverte più i cittadini che sanno che possono riceverne soltanto danni. I comitati per Magalli al Quirinale sono il segno di una crisi profonda».
Come se ne può uscire?
«Ci sarà la sollevazione popolare. Qui si sta scherzando con il fuoco. Tra l’altro la legge maggioritaria aiuterà l’indignazione dei cittadini, una forza che apparirà presto e travolgerà tutti».
Alberto Di Majo
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