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lunedì 23 febbraio 2015

MA LE TASSE SONO DOVUTE DAVVERO?

DI PAOLO MALEDDU

Non si tratta di una provocazione: solo semplice constatazione di una verità sconcertante.
Anche persone di cultura superiore che hanno piena consapevolezza dei poteri dominanti dietro le illusioni democratiche, hanno difficoltà ad accettare una verità troppo destabilizzante per poter essere assimilata senza comprensibili resistenze.
Le tasse non sono dovute perché la moneta attualmente in uso sull’intero pianeta è una fiat money.
Per fiat money si intende una moneta a corso forzoso, non garantita da riserva aurea, creata per convenzione, dal nulla, all’istante (fiat …) per misurare, contabilizzare e manifestare in un simbolo (cartaceo, di plastica, elettronico …) il valore di beni e servizi.
Non essendo la sua emissione limitata da una determinata quantità d’oro preesistente depositata a copertura, di tale moneta non ci può essere carenza. Può essere emessa, digitando dei numeri su un computer o con il solo uso di carta e penna, dall’istituzione che rappresenta la comunità dei cittadini che la creano per convenzione: lo Stato, la regione o il Comune.


Domanda: non essendo coperta da riserva aurea (diversamente da quella creditizia, emessa come ricevuta rappresentativa di oro o altra merce depositata a garanzia, non più in uso), cosa dà valore alla moneta?
Il valore le viene dato d’autorità dallo Stato che la dichiara valuta ufficiale del Paese e la accetta in pagamento di debiti e tasse: estingue ogni debito. Si può rifiutare un assegno, ma non un pagamento effettuato con la moneta legale del Paese. Si tratta di una fattispecie giuridica. Siamo nell’ambito del Diritto, non dell’economia.
Tutto ciò porta ad una prima considerazione: se il valore monetario viene dato d’autorità dallo Stato e garantito dalla certezza del Diritto, non si vede come possa venir emesso da altri. Ricordo, semmai ce ne fosse bisogno, che nell’attualità, la moneta viene creata dal nulla dai banchieri privati nell’atto di prestarla e da essi stessi gestita, da proprietari, in regime di monopolio.
Queste sono alcune frasi inequivocabili apparse in una pubblicazione ufficiale (Quarterly Bulletin) della Banca Centrale del Regno Unito (Bank of England) nel Marzo 2014, da leggere attentamente per fugare ogni dubbio:
“Quando una banca fa un prestito ad uno dei suoi clienti, semplicemente accredita sul conto corrente del cliente un saldo attivo maggiore. In quel preciso istante viene creato nuovo denaro.
Le riserve della Banca d’Inghilterra sono solo una registrazione elettronica dell’ammontare dovuto dalla banca centrale ad ogni singola banca.
Le banche commerciali creano denaro, sottoforma di depositi in conto, facendo nuovi prestiti. Quando la banca fa un prestito, per esempio a qualcuno che prende un mutuo per acquistarsi una casa, generalmente non lo fa consegnando migliaia di sterline in banconote. In realtà, gli accredita nel conto corrente un deposito uguale all’ammontare del mutuo. In quel momento viene creato nuovo denaro. Per questo motivo taluni economisti hanno fatto riferimento ai depositi bancari come “denaro sorto dalla penna”, creato da un tratto di penna del banchiere quando concede prestiti.”

Questa è solo l’ultima di una lunga serie di simili dichiarazioni pubbliche rese negli ultimi cento anni davanti alla “Commissione della Camera dei Rappresentanti del Sistema Bancario e della Valuta” degli Stati Uniti da numerosi Governatori della Federal Reserve System, e da numerose pubblicazioni ufficiali dello stesso Sistema Bancario. La Federal Reserve è la Banca Centrale americana, di proprietà delle grandi dinastie di Usurai internazionali: Rothschild, Rockefeller, Warburg, Morgan, Lehman, Lazard, Goldman, Schiff, Kuhn, Loeb, Sachs, Kahn, nonché una misteriosa Israel Seif Moses Bank of Italy della quale niente è dato sapere, e altre possibilmente entrate nei cento anni trascorsi dalla sua fondazione nel 1913.
Per andare subito al cuore del Sistema, riporto un’altra clamorosa dichiarazione (rintracciabile in Internet) del Luglio 2009 di Ben Bernanke, l’allora Governatore in carica della Fed. Il giornalista di “60 Minutes” della Cbs gli chiede, a proposito delle migliaia di miliardi di dollari che la Banca Centrale americana stava dando in prestito alle banche commerciali per tentare di arginare la crisi salvando loro piuttosto che la popolazione:
“È denaro proveniente dalle tasse quello che la Federal Reserve sta spendendo?”
“Non è denaro proveniente dalle tasse …” risponde Bernanke nell’intervista, “le banche hanno un conto corrente presso la Fed, proprio come Lei ha un conto presso una banca commerciale, così per prestare ad una banca noi usiamo il computer per determinare l’importo del credito … è molto più simile allo stampare denaro piuttosto che prestarlo …”.
“Voi state stampando denaro?”, interviene l’intervistatore.
“Sì, in effetti, ed abbiamo bisogno di farlo perché la nostra economia …” etc. etc.

Questo libro potrebbe terminare qui.
Mentre i politicanti nostrani (o i greci, gli spagnoli, i portoghesi …)
continuano ad aumentare il prelievo fiscale e a ripeterci chenon ci sono soldi per salvare noi dalla miseria e le nostre aziende dalla chiusura, evocando austerity, Patto di stabilità e Spending review, sentiamo il Governatore della Banca Centrale più importante al mondo dire, riferendosi a denaro prestato a banche da salvare, che:
“Non è denaro proveniente dalle tasse…”.

E da dove proviene, di grazia, questo denaro? Viene forse chiesto, come si usa da noi, in prestito ai mercati?
Certamente no, perché alla successiva domanda, “Voi state stampando denaro?”, il Governatore risponde:
“Sì, in effetti ….”
Apprendiamo quindi dalle massime autorità in materia monetaria, Bank of England e Federal Reserve, che si può creare denaro all’istante, usando il computer, prestandoloper salvare altre banche o per acquistare una casa, senza chiederlo ai mercati e senza dover tassare chicchessia.
Il banchiere privato batte moneta senza averne titolo, mentre lo Stato, che a quella moneta dà valore d’autorità, preferisce chiederla in prestito ai mercati o prelevarla dalle nostre tasche.
Chi è il vero sovrano tra Stato e banchiere?
Ha senso tutto ciò?
Certo. Ha uno scopo ben preciso, quantunque pubblicamente inconfessabile: permettere, con la complicità dell’intera classe politica, maggioranza e opposizione, il dominio dei grandi Usurai sulle popolazioni.
Creando con le tasse un debito (fittizio, come già fanno intuire le dichiarazioni appena lette e come dimostreremo) estinguibile unicamente con la valuta ufficiale, i politicanti conseguono il loro obiettivo: quello di obbligare i cittadini a procurarsi tale moneta lavorando o prendendola in prestito dal banchiere emittente, loro complice.
In assenza di tasse, non saremmo obbligati a correr dietro alla moneta imposta come valuta ufficiale. La conclusione, ovvia ma non dichiarata, è che la vera funzione tecnicadelle tasse è quella di dare validità alla moneta privata.
Questa è una prima verità, peraltro nota agli addetti ai lavori e già anticipataci da uno dei maggiori filosofi tedeschi oltre duecento anni or sono nella sua opera più importante:
“Lo Stato preleva le sue imposte in denaro per assicurare validità alla moneta territoriale.”                           
         Johann G. Fichte, “Lo Stato commerciale chiuso”, anno 1800
I politicanti, dopo averci obbligato a procurarcela e versarla, con una infinità di balzelli, allo Stato che ne “riconosce” il valore accettandola, la restituiscono con gli interessi al banchiere.
In questo modo i grandi Usurai internazionali che controllano il Sistema Bancario, vivono di rendita, da parassiti, del nostro lavoro.
Accumulando immense fortune personali e gestendo la moneta e l’informazione in regime di monopolio, controllano le popolazioni mondiali attraverso governi, eserciti e multinazionali.
Per loro esclusivo vantaggio o in favore di poteri ancora superiori?
I punti di vista sono molteplici e dare una risposta certa è alquanto difficile.
Quel che è certo è che la moneta, che pure ci appartiene, viene usato come strumento di controllo su di noi, e che la reale funzione delle tasse è quella di impoverirci per limitare la nostra libertà: confinarci dentro un recinto per controllarci nel corpo e nella mente.
Se quindi non è più una ricevuta di un valore depositato (oro, nel Gold Standard), che cos’è oggi la moneta?
La moneta convenzionale attualmente in uso è un semplice documento contabile per redigere il quale bastano carta e penna (come confermato dalla Bank of England) o digitare degli input in un computer (lo dice Ben Bernanke).
Serve a misurare, contabilizzare, monetizzare (manifestare in un simbolo monetario) il valore di beni reali e servizi; a tenere aggiornata in tempo reale la contabilità tra chi deve dare e chi deve avere all’interno della comunità. Debiti e crediti tra i partecipanti agli scambi di beni e servizi si compensano all’interno della comunità grazie all’intermediazione di tale documento contabile (altrimenti chiamato denaro) che unicamente lo Stato che gli dà valore può emettere, a costo zero, in nostra rappresentanza.
Senza alcuna necessità di chiedere fantomatici prestiti a banchieri privati o ai mercati.
“Pensa all’economia di mercato come ad un giuoco di mettere e prendere. Ciascun partecipante prende beni e servizi dal mercato, e ognuno mette beni e servizi. La moneta, in realtà, è solo un modo di tenere i conti. Quando tu prendi qualcosa dal mercato (comprando), offri denaro in pagamento. Quando metti qualcosa dentro il mercato (vendendo), ricevi del denaro come pagamento. Stando così le cose, coloro che mettono più valore dentro l’economia (vendendo) ricevono, nel tempo, più denaro.               Il denaro, quindi, è un sistema contabile.”
                                                     Thomas Greco

Ciascuno di noi può mettere e prendere nella comunità ciò che produce, che sia un bene reale o un servizio. Con ilbaratto dei beni lo scambio si concludeva contestualmente, perché ognuno riceveva un bene reale. Ma, essendo ben noti i limiti del baratto, si è dovuto ricorrere all’intermediazione di un sistema contabile che permette di tenere aperto lo scambio e concluderlo in un momento successivo. Io immetto nel mercato una bottiglia di vino (vendendo), e prendo in cambio, invece di un bene reale, un documento contabile che dice: Paolo ha ceduto una merce alla comunità senza aver preso niente in cambio. Vanta un credito che può riscuotere tra una settimana, un mese o un anno, alla presentazione di tale attestato del credito. Il baratto si può considerare concluso quando tutti avranno in mano dei beni reali, non un biglietto di carta.
Questa è la reale funzione della moneta. È un documento di intermediazione contabile, il riconoscimento di un debito/credito, che permette di spostare nel tempo la conclusione dello scambio.
“ … il denaro è una forma di debito/credito … il denaro non è altro che un debito della comunità verso il detentore, pagabile nella forma di beni autentici secondo la sua scelta …”
                                                                   James Barnes, 1944

Il valore nominale impresso sulla cartamoneta esprime la misura del potere d’acquisto incorporato, trasformando il denaro in un contenitore di valore utilizzabile in qualsiasi momento per prendere dal mercato, dopo avervi immesso il frutto del proprio lavoro, il frutto del lavoro altrui.
“Ciò di cui abbiamo bisogno … è un “contenitore” che dia ai conti sia il tempo che l’opportunità di andare in pareggio. Tutto ciò richiede una volontà di aspettare e una volontà di avere fiducia. In poche parole, i membri di una comunità commerciale devono avere la volontà di farsi “credito” l’un l’altro.”
                                                         Thomas Greco

La moneta si basa sulla fiducia e sul credito reciproco che i membri della comunità si fanno l’un l’altro, momentaneamente accettando, in cambio di beni reali e servizi, un biglietto di carta. La fiducia e il credito reciproco permettono la compensazione di debiti e crediti in un tempo dilatato, al contrario di ciò che avviene, all’istante, col baratto di beni. A tal scopo ci mettiamo d’accordo di accettare come mezzo di scambio universalmente riconosciuto un determinato simbolo cartaceo.
Dal momento che il valore monetario trova origine all’interno della comunità che lo crea per convenzione, solo lo Stato può emettere denaro in nostra rappresentanza. In realtà avviene che, invece di una moneta pubblica (di proprietà popolare) ad uso privato, prodotta a costo zero, venga emessa una moneta privata ad uso pubblico, garantita dallo Stato (noi) ma di proprietà dei banchieri privati, ceduta in prestito ad interesse alla popolazione. La suddetta prassi origina un Debito Pubblico inestinguibile,per far fronte al quale viene imposto al contribuente un crescente prelievo fiscale. Questa truffa, scientemente perpetrata ai nostri danni dalla complicità tra banchieri privati e classe politica governante, è all’origine della miseria e della sofferenza oggi dilaganti.
Lo Stato deve battere moneta: Biglietti di Stato di proprietà del popolo (non note del banco emesse dal nulla,senza averne titolo, dalla banca privata), stampati a costo zero d’autorità (garantiti dalla certezza del Diritto) per retribuire tutti coloro che eseguono un lavoro a beneficio della comunità, e coprire ogni costo della sua ordinaria amministrazione. Se ogni costo viene coperto con fiat money creata all’istante a tal scopo, per quale motivo dovrebbe la classe politica pretendere denaro dai propri cittadini? Dove va a finire il denaro illegittimamente prelevato, se ogni spesa è già coperta?
Le tasse sono un inganno, un furto legalizzato furbescamente realizzato ai danni di popolazioni ingenue, appositamente tenute ignoranti in materia monetaria. Quantunque reso legale, sempre di furto si tratta.
Questi sono i concetti base di cui leggerete nelle pagine del libro Perché le tasse non sono dovute, e che, mi auguro, al termine della lettura, possano esservi molto più familiari di quanto possano sembravi ora.
I tempi sono ormai maturi perché la verità delle tasse non dovute emerga, e alcuni importanti messaggi arrivati ultimamente dai Poteri forti che governano il mondo fanno presagire cambiamenti più o meno imminenti (i loro tempi sono molto più dilatati dei nostri …) nell’organizzazione sociale. Creare una coscienza della grande truffa dell’emissione monetaria da parte di banchieri privati che non hanno nessun titolo per emettere moneta, è il primo passo verso una presa di posizione consapevole e coraggiosa per opporci con i fatti ad una frode ormai palese. Tanti i milioni di vite umane sacrificate e troppa sofferenza da troppi anni: è ora di fermare questa barbarie.
Un sano impulso di umana dignità: ecco ciò che ci vuole per opporsi, in piedi e a viso aperto, a quei Poteri, ormai facilmente identificabili, che, con la complicità delle classi politiche, esercitano il loro dominio sulle popolazioni mondiali attraverso lo strumento monetario e il prelievo fiscale.

Paolo Maleddu

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