di Vincenzo Cirigliano
Questa mattina grazie all’interessamento e alla
disponibilità logistica messaci a disposizione dal Sindaco di Grumento Nova
Dott. Imperatrice, nella sala Consiliare
del Comune, le Rappresentanze Sindacali Unitarie CGIL, CISL, UIL hanno avuto
modo di esporre quella che è la situazione Lavorativa dello Stabilimento VIBAC
di Grumento Nova, alla luce delle richieste che negli ultimi giorni sono venute dalla
Direzione di Gruppo. Nel merito la Dirigenza Aziendale lamenta delle oggettive
difficoltà che negli ultimi anni il gruppo Vibac si trova a fronteggiare a seguito di
una concorrenza estremamente competitiva che arriva soprattutto dall’Asia (
India e Cina ) e dai paesi Euroasiatici ( Turchia, ecc ). Riferendoci a quanto
detto dai vertici Aziendali, si manifesta l’esigenza da parte della Proprietà di Recuperare competitività attraverso l’abbattimento dei costi e l’ammodernamento
degli Impianti. Il secondo punto si realizzerà allorquando sarà raggiunto il
primo obiettivo, ossia l’abbattimento dei Costi, ricorrendo, nelle intenzioni
dell’Azienda manifestate ad inizio trattativa, ai Contratti di Solidarietà e
all’azzeramento di tutte quelle voci relative alla Contrattazione di Secondo livello
quali, Premio Produzione, Quattordicesima, ecc.
In pratica ricorrendo a quegl’Istituti
ormai largamente utilizzati in tantissime Aziende Italiane ed introdotti anche
cavalcando, a volte impietosamente, le conseguenze della crisi in atto. Quello che io
come rappresentante CGIL e i miei colleghi RSU si è cercato, nel corso dell’incontro,
di rimarcare dinanzi alla delegazione dei Sindaci intervenuti all’incontro (
Grumento N, Marsicovetere, Marsiconuovo, Tramutola, Sarconi, ecc, che ci
sentiamo doverosamente di ringraziare ), è che sarebbe auspicabile, dinanzi a
queste richieste dell’Azienda, che la politica si attivasse per dare il suo
contributo e che scongiurasse attraverso gli strumenti idonei, sia la
possibilità di perdere posti di Lavoro, sia la possibilità di erodere
pesantemente il potere di acquisto degli stipendi che di certo gravi
ripercussioni avrebbe sul sistema Commerciale e di Servizi della Val D’Agri, garantendo nel contempo all'Azienda la possibilità di recuperare competitività nel suo mercato di riferimento. In questo abbiamo riscontrato la condivisione di tutti i Sindaci intervenuti che hanno espresso la loro volontà di sostenere i lavoratori e l'Azienda e farsi carico di vagliare tutte le soluzioni possibili, promuovendo l'intervento anche delle Istituzioni Regionali. Non
si può infatti pensare, dinanzi ad una Crisi Economica gravissima, accentuata da una tassazione asfissiante da parte dello Stato che viene già pagata pesantemente
dai lavoratori e dalle loro famiglie, di intervenire con strumenti che vadano ad
alleggerire ulteriormente le tasche dei Lavoratori, in una Regione, la Basilicata, che tanto
potrebbe dare in termini di aiuti legati all’Energia, visto la ricchezza di Gas
e di Petrolio localizzata in particolare nel territorio della Val d’Agri. La
Vibac essendo un’Azienda particolarmente energivora potrebbe beneficiare
tantissimo di aiuti in questo campo, soprattutto in merito a Metano ed Energia
Elettrica, a patto che la Regione e lo Stato Italiano non si trincerino sempre
dietro i patti di leale concorrenza imposti dall’Europa. E’ forse leale
concorrenza produrre in molti paesi della Comunità Europea, come la Polonia,
con stipendi di 400 Euro al mese? O pensate che la Germania si sia fatta
qualche problema con i Partner Europei, per aiutare e risanare le Imprese dell’Ex
DDR durante il processo di integrazione territoriale, ricorrendo ad aiuti di
qualsiasi natura? Quello che i Lavoratori VIBAC chiedono ai Sindaci è di farsi
promotori di un’azione condivisa verso i vertici Regionali, rivolta a mettere
in campo tutti gli strumenti possibili per sostenere oggi la Vibac e domani
qualsiasi altra Azienda ne avesse l’esigenza, per salvaguardare non solo posti
di lavoro, ma soprattutto il Potere d’acquisto di chi lavora. Da questa crisi
si può uscire solo rimettendo nelle tasche del ceto medio più liquidità
possibile, perché è il ceto medio che mette in moto l’economia. Se si rifiuta
di capire e si pensa di risolvere questi problemi facendo ricadere i sacrifici sempre sui
lavoratori, allora non siamo certo sulla buona strada
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