di Vincenzo Cirigliano
Con una crisi palesemente gestita dalla grande finanza è ormai
diventato consuetudine, da parte dei datori di Lavoro, richiedere alla forza lavoro sacrifici di ogni genere che vanno dalla rinuncia alla contrattazione di secondo livello fino ai contratti di solidarietà, provvedimenti in genere appoggiati anche dal Governo e dai Sindacati. Provvedimenti che mirano esclusivamente a ridurre il costo del Lavoro per le Imprese , dietro il ricatto di un lavoro reso sempre più precario e deregolamentato, sullo sfondo di una crisi voluta che ha l’unico obiettivo di creare paura ed insicurezza tra i cittadini, in uno scenario politico che con la cessione della sovranità Monetaria ha perso quei meccanismi finanziari, quale ad esempio la svalutazione competitiva, che consentivano all’Italia di primeggiare sui mercati internazionali. Con l'entrata nell'Euro l'unico modo per essere competitivi è svalutare i Salari.
Ormai la linea politica sulla quale ci stanno portando, e questo
penso sia chiaro ormai a tutti, persegue l'abbattimento dei salari per permettere
agli Imprenditori di massimizzare i profitti che, se questo
disegno criminoso venisse portato a termine, non avrebbero più neanche la necessità di delocalizzare.
Si è scelto, così, di portare il modello cinese in Italia puntando sulla
produzione di Quantità piuttosto che sulla produzione di Qualità, costringendo
i lavoratori ad accettare passivamente l'alienazione dei diritti acquisiti in
anni di lotte sindacali e condizioni economiche non proporzionate all'effettivo
costo della vita, che non tiene conto della dignità dei lavoratori e di
condizioni di mercato interno molto diverso dai paesi in via di sviluppo.
Per capire cosa fare bisogna entrare in un'altra dimensione del lavoro
caratterizzata da queste convinzioni e questi parametri, supportati da
Istituzioni che dinanzi ad una catastrofe sociale di questa portata dovrebbero
far prevalere la ragion di Stato e soprattutto le ragioni del Popolo:
- La Fabbrica ed i mezzi di produzione
non sono dell'Imprenditore , ma delle maestranze che ne determinano la
Produzione. A maggior ragione là dove i mezzi di produzione sono stati
acquisiti con finanziamenti Regionali, Statali od Europei
- I Lavoratori devono interloquire con
le autorità Regionali e Statali per far emanare provvedimenti volti a
riconoscere ai Lavoratori la sovranità sull'Azienda e sui mezzi di
Produzione nel caso in cui ci si trovi di fronte a procedure fallimentari,
chiusure o a tentativi di delocalizzazione con relativo smontaggio degli
Impianti. Le Istituzioni devono essere sollecite a garantire l’accesso
al credito delle Cooperative di lavoratori che andrebbero a nascere nei
casi esposti.
- I lavoratori devono acquisire la
mentalità che il motore del successo dell'Azienda è la forza lavoro, supportato
da un settore vendite gestito in genere da dipendenti che conoscono bene
il mercato di riferimento.
- Un'Azienda Privata che si riorganizza
in Cooperativa di Lavoratori, gestendo in un modo migliore gli Impianti, e
non perseguendo il profitto come obiettivo, ha una migliore gestione dei
costi che determina una migliore competitività sui mercati.
- Il Modello da perseguire sono " le Fabbriche senza Padrone " che hanno determinato la rinascita dell'Argentina dopo la Crisi ( http://ondadurto5stelle.blogspot.it/2014/10/fabbriche-senza-padroni-ecco-la.html#more).
- Dev’essere valorizzata e resa prioritaria da tutte le Istituzioni dello Stato la funzione sociale delle Aziende che deve venire prima dell’interesse privato dell’Imprenditore. Un imprenditore che vuole chiudere per delocalizzare non ha diritto a portar via gli Impianti in altri siti, perché quegli Impianti rappresentano la sopravvivenza di tanti lavoratori e relative famiglie.
Questa è la strada che i
lavoratori devono perseguire per impedire che il Profitto schiacci il Lavoro e
soprattutto per ricreare le condizioni per un mondo del lavoro che si difenda
da un attacco che in maniera spietata i poteri forti stanno palesemente
portando nei confronti del popolo, immolato sull’altare dell’interesse Privato e
platealmente sostenuto da istituzioni Europee e Nazionali disegnate ad arte da
una mano cinica e spietata.
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