Oggi è un giorno importante per un paese da sempre al top della Democrazia che, nonostante il riconoscimento di una Monarchia autoreferenziale, mantiene al centro di ogni decisione politica il popolo. La gran Bretagna saluta l'unione Europea ribadendo al mondo che la Storia appartiene a chi sa determinarla e non semplicemente a chi passivamente la subisce. Come non ripensare, nel momento in cui viene ammainata la Bandiera inglese nella sede del Parlamento Europeo a cui segue il boato di gioia del Popolo inglese a 500 km di distanza, alla crisi di consensi del M5S che, fino al 2018, aveva fatto del tema del referendum sull'euro e dell'eventuale uscita dell'Italia dall'U.E. un suo solido cavallo di battaglia che aveva richiamato all'interno del Movimento migliaia di Iscrizioni e di attivisti.
Invece è bastato lo spettro dello Spread che i mercati si sono affrettati ad agitare dinanzi al primo Governo Conte, per far fare un deciso passo indietro su questo tema, nonostante il problema dello Spread il Movimento lo conoscesse benissimo, sapendo quindi bene quanto questo argomento reggesse su basi di cartone.
Lo Spread esiste allorquando non esiste una Banca d'Italia prestatrice di ultima istanza che non controlla quindi il lievitare degli Interessi sui titoli, cosa a cui l'Italia avrebbe potuto ovviare,momentaneamente, semplicemente trasformando Cassa Depositi e Prestiti in una Banca Pubblica, in modo da non passare per il mercato secondario dei Titoli per piazzare i BOT Italiani, togliendoli dalle grinfie dei mercati e dei capricci degli speculatori. Nel frattempo si sarebbe potuto portare avanti il processo di allontanamento dalla BCE, verso la riconquista di una Banca d'Italia nuovamente prestatrice di ultima Istanza, così come lo era stata fino al 1981. Invece anche stavolta lo spettro dello Spread, così come già successo nel 2011 con il Governo Berlusconi, ha avuto la meglio ed ha determinato il mutato atteggiamento del M5S su questo tema, particolarmente sentito da una buona parte dei cittadini. Eppure le ultime due manovre finanziarie hanno reso evidente quanto sia difficile fare provvedimenti importanti per i cittadini rimanendo all'interno delle ferree regole Europee di Bilancio delineate dai limiti del 3%, confermate anche in Costituzione dal Governo Monti, con la modifica dell'art.81 e con l'inserimento del Pareggio di Bilancio.
Invece è bastato lo spettro dello Spread che i mercati si sono affrettati ad agitare dinanzi al primo Governo Conte, per far fare un deciso passo indietro su questo tema, nonostante il problema dello Spread il Movimento lo conoscesse benissimo, sapendo quindi bene quanto questo argomento reggesse su basi di cartone.
Lo Spread esiste allorquando non esiste una Banca d'Italia prestatrice di ultima istanza che non controlla quindi il lievitare degli Interessi sui titoli, cosa a cui l'Italia avrebbe potuto ovviare,momentaneamente, semplicemente trasformando Cassa Depositi e Prestiti in una Banca Pubblica, in modo da non passare per il mercato secondario dei Titoli per piazzare i BOT Italiani, togliendoli dalle grinfie dei mercati e dei capricci degli speculatori. Nel frattempo si sarebbe potuto portare avanti il processo di allontanamento dalla BCE, verso la riconquista di una Banca d'Italia nuovamente prestatrice di ultima Istanza, così come lo era stata fino al 1981. Invece anche stavolta lo spettro dello Spread, così come già successo nel 2011 con il Governo Berlusconi, ha avuto la meglio ed ha determinato il mutato atteggiamento del M5S su questo tema, particolarmente sentito da una buona parte dei cittadini. Eppure le ultime due manovre finanziarie hanno reso evidente quanto sia difficile fare provvedimenti importanti per i cittadini rimanendo all'interno delle ferree regole Europee di Bilancio delineate dai limiti del 3%, confermate anche in Costituzione dal Governo Monti, con la modifica dell'art.81 e con l'inserimento del Pareggio di Bilancio.
Cosa sarebbe stato il reddito di Cittadinanza se anzichè ridurlo a poco più di 6 Miliardi all'anno avrebbe potuto contare sui 17 Miliardi previsti quando il provvedimento è stato scritto dai suoi ideatori, che con esso volevano portare i giovani al compimento del diciottesimo anno di vita nel mondo del lavoro attraverso percorsi di formazione e qualificazione. Cosa sarebbe stato il nostro sistema previdenziale e pensionistico se anzichè quota 100, avrebbe portato in pensione i cittadini con 35 anni di contributi e 58 di età, eliminando completamente la Legge Fornero, potendo contare su stanziamenti più larghi e garantiti da una Banca che non persegue, come oggi fa la BCE, la stabilizzazione dell'Inflazione al 2%, ma bensì la Massima Occupazione? Quanti posti di lavoro si sarebbero liberati in Italia? I nostri giovani sarebbero stati ancora nelle condizioni di dover, loro malgrado, abbandonare la loro terra?
Queste sono le domande che oggi ci dobbiamo fare. Quando ci si pone come Movimento Antisistema e di Cambiamento, non si può scendere a compromessi su argomenti vitali e di cambiamento come questi. Nè si può svenderli dinanzi al partito di Governo, collega di turno. Siamo ancora al Governo, mancano tre anni alla fine del mandato Parlamentare, questi temi li possiamo riprendere e mettere sul piatto del cambiamento della politica Italiana. Il tempo c'è per farlo, basta solo avere il coraggio di perseguire questi obiettivi prendendo ad esempio gli Inglesi, i cui politici, nel rispetto della volontà popolare, nella loro coerenza, nonostante le enormi difficoltà che hanno dovuto affrontare, nonostante l'aver avuto contro tutta l'Europa, hanno mantenuto fede ai loro impegni con gli elettori. Se oggi il Movimento 5 Stelle ha perso consensi un motivo ci sarà. Io penso di averne citato forse il più importante. Oltretutto va bene la lotta alla casta con le eliminazione dei privilegi, la diminuzione dei parlamentari, la lotta agli sprechi della politica, ecc, provvedimenti importantissimi ed opportuni, ma per cambiare il livello economico di vita dei cittadini ci vuole una politica decisa e di impatto che non può esimersi da mettere in discussione, con prese di posizioni intransigenti, le politiche ed i Principi di questa Unione Europea.
Come disse Karl Barth, teologo e pastore riformato svizzero, "Nessuno può tornare indietro e ricominciare da capo, ma chiunque può andare avanti e decidere il finale ".
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